CARACAS, VENEZUELA – “Un ‘golpe’ elettrico”, un tentativo di colpo di Stato da parte della “destra anti-patria”: cosi’ il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, il successore di Hugo Chavez, ha definito il gigantesco black-out che martedi ha lasciato senza luce per circa tre ore dodici dei ventitre stati del Paese. “Non ci sono dubbi” sul fatto che quanto successo siano state “le prove generali di un golpe elettrico contro il popolo venezuelano”, ha avvertito Maduro, riferendosi al mega black-out “in quasi il 70% del Paese, tutta l’area centrale, inclusa Caracas”.
Nella capitale, in genere esclusa dagli oscuramenti che colpiscono altre aree del Venezuela, il taglio della luce ha in effetti avuto pesanti ripercussioni sul funzionamento della metropolitana e sul traffico, mentre molti negozi hanno dovuto chiudere. Maduro ha poi detto che c’è stato “un sabotaggio in una delle linee di trasmissione. E’ stato creato un ‘triangolo’ di guasti per poter colpire, come volevano, di fatto tutto il Paese”. In Venezuela è in corso – ha aggiunto – una guerra “di bassa intensità”.
Il presidente si è poi complimentato con “il popolo per l’atteggiamento avuto, di grande serenit� e organizzazione” di fronte a quello che ha definito “un colpo basso”, riferendosi “alla destra” ma senza dare altre precisazioni. Da parte sua, il leader dell’opposizione anti-bolivariana, Henrique Capriles, ha accusato il governo ritenendolo responsabile del black-out.
“Emerge ancora una volta la terribile incapacita’ di questo governo. Stiamo aspettando quale altra fandonia ci racconteranno per coprire questo fallimento”, ha dichiarato. “I venezuelani devono avere un Paese in cui non avvengano questo tipo di cose. Quello che manca è in realtà il mantenimento” e gli investimenti nel settore delle infrastrutture elettriche, ha aggiunto. Ormai da tempo, spesso l’energia elettrica viene razionata in ampie zone del Venezuela, che è d’altra parte uno dei principali produttori di petrolio al mondo.