Wikileaks: ormai è cyber-war tra sostenitori di Assange e i colossi dell’economia e della politica

Gli hacker vendicatori di Assange attaccano il sito del governo svedese, ma Facebook cancella loro la pagina, utilizzata per reclutare nuovi ‘soldati telematici’. La guerra cibernetica scatenata ieri dal gruppo ‘Anonymous’ con l’operazione ”Payback”, (resa dei conti) che ha messo ko i siti di giganti come Visa, Mastercard e PayPal, prosegue senza esclusione di colpi.

E se gli Haktivist lanciano minacce a chiunque si metta contro Wikileaks, a partire da Amazon, il sito di vendita online colpevole di aver staccato la spina ai server del sito di Assange, devono incassare anche qualche colpo, come la decisione di Facebook di rimuovere il loro profilo.

La resa dei conti è iniziata all’alba, con l’attacco al nemico numero uno dell’hacker australiano: il governo svedese. Il sito dell’esecutivo elvetico è rimasto bloccato per quattro ore, vittima del cyber-attack. Poche ore dopo i ‘militanti’ di Anonymous hanno lanciato una nuova sfida, annunciando una ”guerra di dati” contro i tentativi di bloccare Wikileaks. Parola del portavoce di Anonymus, che si fa chiamare Coldblood (Sangue freddo): ”La campagna – ha detto – non è finita e va ancora forte. Molte persone si stanno unendo a noi e sono sempre più numerosi quelli che scaricano lo strumento che permette di condurre attacchi di denial of service”. Un vero e proprio ”esercito” di Hacker pronti a vendicare Assange.

La prossima ‘vittima’, è stato annunciato, sarà Amazon, che nei confronti di Wikileaks ha avuto un comportamento piuttosto bizzarro. Dopo aver annunciato la decisione di staccare la spina al server di Assange, ha messo in vendita i primi 5mila cablogrammi su libri elettronici (kindle o e-book) per 7.37 pounds, poco meno di 9 euro. Molti appoggi, dunque, per i ‘vendicatori’ telematici (uno di loro, un sedicenne, è stato fermato a L’Aja), ma anche tanti nemici. E importanti defezioni, come quella di Facebook che ha deciso di cancellare la pagina di ‘Anonymus’, lasciando però quella di Wikileaks.

Il profilo degli hacker della ‘resa dei conti’, secondo il social network, avrebbe infatti ”violato i termini” di Facebook, con un messaggio programmatico che recitava: ”Noi rimuoviamo pagine che attaccano individui o gruppi”. Una guerra a colpi di cyber-attack, quella scatenata da Anonymus, che ha finito per mettere tutti contro tutti e non ha risparmiato neppure i media. E’ successo in Libano, dove il sito internet del quotidiano vicino al movimento sciita filo-iraniano Hezbollah, che da giorni pubblica in esclusiva rivelazioni di Wikileaks è stato improvvisamente oscurato, dopo aver diffuso documenti ”scottanti”, assicurano al giornale, che compromettono l’immagine dell’Arabia Saudita, degli Stati Uniti e dei loro alleati nella regione.

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Published by
Maria Elena Perrero