La Corea del Nord vende missili e tecnologia militare a Iran e Siria, che finiscono nelle mani di Hezbollah in Libano, Hamas a Gaza e gruppi armati in Iraq. A rivelarlo sono alcuni cablogrammi inviati dal Dipartimento di Stato e dalle ambasciate americane in diversi Stati del Medio Oriente riportati dai media partner di Wikileaks, tra cui lo spagnolo El Pais e l’americano New York Times.
Dai documenti – si legge sul giornale madrileno – si può evincere che alla radice del traffico di armi tra i Paesi arabi più radicali ”c’è il programma missilistico della Corea del Nord”. In un cablogramma del 6 ottobre 2009 inviato dal Dipartimento di Stato si evidenzia, ad esempio che ”la Siria è un altro dei clienti chiave della Corea del Nord, che ha fornito Damasco di missili Scud-C con un raggio di 500 chilometri e di tecnologia” per estendere il raggio d’azione a ”700 chilometri”.
Stesso discorso per l’Iran al quale Pyongyang ”continua a fornire assistenza per i programmi missilistici”. Un documento del 22 febbraio scorso inviato dall’ambasciata americana a Tel Aviv rivela invece ”un imminente trasporto di missili Scud da Siria a Hezbollah in Libano”, tracciando così una delle vie principali del traffico di armi in Asia. E gli Usa non sembrano affatto contenti, tanto che il segretario di Stato Hillary Clinton, sempre nel febbraio scorso invia personalmente un cablogramma alla Siria per dire ”basta” alla consegna di missili balistici.
”Siamo a conoscenza – scrive la Clinton – di tentativi in corso da parte siriana di dotare Hezbollah di missili balistici. Devo sottolineare che questa attività è fonte di profonda preoccupazione per il mio governo, e vi diffidiamo con forza dal continuare con questa seria escalation”. L’arsenale nelle mani di Hezbollah, secondo i dispacci americani, annovera 50 mila razzi e missili, alcune decine dei quali in grado di colpire Israele. Secondo i documenti ‘intercettati’ da Wikileaks, nel corso del 2009 da Teheran arrivano armi a gruppi armati in Iraq, a Hamas a Gaza e a Hazbollah in Libano.
E uno dei transiti più utilizzati è il Sudan, tanto che nel gennaio del 2009 Washington esercita una forte pressione sul governo di Khartoum per impedire l’arrivo di armi provenienti dall’Iran e destinate a Gaza che, secondo l’intelligence statunitense, giungono a Khartoum in velivoli “della compagnia Al Badr”. La risposta del Sudan, tuttavia, è deludente: “Gli aerei trasportano solo ‘attrezzature agricole'”, viene comunicato agli Stati Uniti.