Nuove rivelazioni dal sito Wikileaks che riguardano il Kenya. Secondo quanto riportano i quotidiani locali che citano un articolo del settimanale tedesco Der Spiegel, alcuni rapporti riservati degli ambasciatori a Nairobi inviati al Dipartimento di Stato dipingono il Paese africano come una vera e propria ”palude della corruzione”.
Nei messaggi dell’ambasciata Usa a Nairobi si parla con disprezzo sia del presidente Mwai Kibaki sia del premier Raila Odinga. Il portavoce del governo keniano, Alfred Mutua ha replicato in modo seccato alle accuse: ”Se quanto riportato è vero, tutto questo è dannoso e c’è stata un’interpretazione totalmente sbagliata di ciò che avviene nel nostro Paese”.
Più di mille ”cablogrammi diplomatici” inviati al Dipartimento di Stato a Washington dall’ambasciata di Nairobi, stanno per essere pubblicati sul sito, dice la stampa kenyota, e riguardano il periodo compreso tra il 1996 e l’inizio del 2010.
La rivelazione ha suscitato grande imbarazzo diplomatico fra Washington e Nairobi. Il governo degli Stati Uniti si è scusato con il Kenya. Johnny Carson, ex ambasciatore a Nairobi ed attuale responsabile per gli affari africani, ha telefonato al primo ministro keniano Raila Odinga avvisandolo delle imminenti rivelazioni e portando le ”scuse” del governo Usa.
Il governo di Nairobi si è detto sorpreso per le rivelazioni e ha definito il rapporto che dipinge il Kenya come un Paese dove ”dilaga la corruzione”, un ”totale travisamento criminale della realtà del Paese e dei suoi leader”.
I file riguardano la rielezione dell’ex presidente Daniel Arap Moi, il suo ritiro dalla scena politica nel 2002 dopo le elezioni generali, fino alle recenti elezioni del 2007 e le violenze post elettorali seguite al voto nel 2008.
Gli ambasciatori Usa che hanno operato nel Paese africano in quel periodo sono Aurelia Brazeal, Prudence Bushnell, Johnny Carson, William Bellamy e l’attuale Michael Ranneberger.
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