
ROMA – “A noi le tasse, alla casta ancora denaro”, questo il titolo dell’editoriale di Maurizio Belpietro su Libero di oggi, 29 novembre:
A noi lโImu, a loro i soldi. Proprio cosรฌ: non รจ vero che sulle prime case non di lusso non si pagherร lโodiosa imposta municipale unica, come ci ha promesso il governo: la tassa sulla casa di abitazione la dovremo versare in oltre ottocento Comuni, quelli che hanno adottato lโaliquota piรน alta, di cui raccontiamo in dettaglio nelle pagine interne. Ma se le rassicurazioni di Letta nascondono una beffa che ci costringerร amettere mano al portafogli entro la metร di gennaio, corrisponde invece al vero che la Casta continui a farsi gli affari suoi, come epiรน di prima. Lo dimostrano alcuni episodi di questi giorni.Primo, quando scoppiรฒ il caso Fiorito, cioรจ la vicenda del capogruppo Pdl del Lazio che usava i fondi di dotazione messi a disposizione del partito per fare la bella vita, governo e Parlamento annunciarono misure per impedire lo spreco.
Basta con lo sperpero delle Regioni,urlarono in coro, promettendo di mettere mano alla normativa e di impedire che imanolesta potessero godere anche di una ricca pensione. Risultato: a distanza di un anno il Corriere ha scoperto che non solo si continua ad andare in pensione con gli stessi requisiti, ma addirittura il fondo che distribuisce vitalizi agli ex consiglieri regionali spende unmilione in piรน invece di un euro in meno. Non รจ tutto. A proposito di pensioni cโรจ un secondo esempio di diseguaglianza sociale. Come i lettori ricorderanno, pochi giorni fa il governo ha varato con la legge di stabilitร un contributo di solidarietร a carico delle cosiddette pensioni dโoro. A parte che approfondendo meglio la questione si scopre che le pensioni dโoro non esistono o, meglio, ne esistono un migliaio, le altre sono pensioni decenti e dignitose (roba da due-tre mila,ย massimo quattro mila euro al mese, ma sono frutto di tanti contributi versati, come spiegava ieri su Repubblica un lettore con 55 anni di lavoro sulle spalle). Ma la notizia non รจ che tassano i pensionati che hanno faticato una vita per dare soldi a persone che spesso non si sono spezzate la schiena. La vera novitร รจ che il prelievo che va dal 6 al 18 per cento della parte eccedente i 90 mila euro lordi lโanno non colpisce gli onorevoli, i quali pur guadagnando cifre superiori sono esentati dal pagamento della tassa, perchรฉ la loro non รจ una pensione ma un vitalizio, artificio linguistico che li mette al riparo dalla rapina che loro hanno votato alle spalle degli italiani . Fin qui ciรฒ che riguarda le pensioni, ma cโรจ dellโaltro, a cominciare dalle spese del Parlamento. Come qualche giorno fa abbiamo scritto, il nostro รจ il piรน costoso dโEuropa: tra stipendi per gli onorevoli e stipendi per gli impiegati che lavorano nel Palazzo, se ne va una montagna di soldi. Ogni governo e ogni maggioranza promette di tagliare le spese, ma poi a fine anno, quando si tirano le somme, si scopre sempre che si รจ speso di piรน. Il motivo รจ semplice: le vecchie abitudini non muoiono mai, anche fra chi si professa un attento sacerdote del rigore. Un esempio? Al Senato รจ appena stata introdotta una deroga che consente a Scelta civica (sรฌ, avete letto bene, proprio il partito fondato dal bocconiano Mario Monti) di fare un gruppo anche se non ha il numero minimo di senatori richiesto. Risultato, grazie a questo espediente potrร disporre di fondi e personale a spese di Palazzo Madama, cioรจ del contribuente, ossia di tutti noi. Gli otto senatori dellโex rettore, insomma, ci costeranno un botto.
Quarto ed ultimo esempio di come a noi tocchi versare lโImu e a loro, ai membri della Casta, invece vadano i soldi. Distratti comโeravamo dallโespulsione di Berlusconi dal Senato, ci รจ passata sotto gli occhi la vicenda della casa del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi. Come forse qualche lettore ricorderร , lo scorso anno scoppiรฒ il caso di un alloggio comprato dal ministro della Funzione pubblica con un maxisconto. Quando era membro del Consiglio di Stato, fece ricorso al Consiglio di Stato medesimo per vedere riconosciuto che lโabita – zione ai Fori romani in cui risiedeva fosse semi-pericolante e dunque potesse essergli ceduta con congrua riduzione di prezzo. Inutile dire che il Consiglio di Stato gli diede ragione e nel 2008 Patroni Griffi riuscรฌ a comprare la stamberga vista Colosseo di metri quadri 109 al prezzo di177 mila euro. Peccato che, secondo il Fatto quotidiano, nonostante la crisi del mercato immobiliare abbia ridotto i prezzi, il sottosegretario abbia recentemente venduto lโimmobile alla cifra di 800 mila euro, con una plusvalenza di 623 mila euro. Soldi che Patroni Griffi si รจ messo in tasca senza versare un euro alle casse dello Stato perchรฉ, mentre i Comuni tartassano i possessori di prima casa pretendendo lโImu anche se lโabitazione รจ gravata da un pesante mutuo, chi vende, nonostante abbia guadagnato centinaia di migliaia di euro, non รจ tenuto a sborsare alcunchรฉ. Insomma, il contribuente chesi รจ indebitatoconlebanche per comprar casa paga le tasse, quelloche vendeesimette in tasca una ricca plusvalenza, come nel caso dellโex ministro, se la gode. E poi dicono che la Casta si รจ messa a dieta…
