ROMA – Acqua, luce, gas. “Fregatura” Renzi nel Titolo V: utilities locali ai privati, Il Giornale. A proposito di riforme costituzionali, quando si parla per esempio di riforma del Titolo V, siamo sicuri di aver compreso bene la posta in gioco?
Specie sul ritorno in capo allo Stato di alcune competenze decisive come energia, infrastrutture strategiche e grandi reti di trasporto, poco abbiamo capito, sostiene Marcello Foa de Il Giornale. Con la fine della legislazione concorrente tra Stato ed enti locali, lo Stato può riprendersi le utilities locali che gestiscono il mercato dell’energia, dell’acqua, delle reti, magari per venderlo al miglior offerente e con il rischio che da un monopolio pubblico si passi a un altro monopolio, stavolta privato.
Foa cita l’opinione di un alto dirigente del Tesoro che ha fatto due calcoli comparando la vendita di partecipazioni di Eni, Finmeccanica, Enel con la privatizzazione possibile con la riforma appunto del Titolo V delle ben più remunerative utilities locali.
Il problema è che non prendi tantissimo perché ho fatto il calcolo un po’ di tempo fa sono 12 miliardi, non è una gran cifra, meno di un punto di Pil. La vera risorsa sono le utilities a livello locale. Lì sono veramente tanti, tanti miliardi, il problema è che non sono nostri, dello Stato, sono dei Comuni, delle Regioni (…)E quindi bisogna cambiare il titolo V della Costituzione. Ed espropriare i Comuni e le Regioni. (Lorenzo Codogno, dirigente generale a capo della direzione I analisi economico-finanziaria del Dipartimento del Tesoro, del Ministero dell’economia e delle finanze, intervistato a La Gabbia, Rai2)
Marcello Foa sospetta la “fregatura” nascosta tra le pieghe dell’articolo 117 del Titolo V (leggi qui, il commento del Sole 24 Ore) della Costituzione riformato.
Quando sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, il nuovo Titolo V permetterà a quel galantuomo di Renzi, che tanto ha a cuore i destini del suo Paese, di fare un immenso regalo ai colossi stranieri dell’energia privatizzando i servizi di acqua, luce e gas. Io sono un liberale e se le privatizzazioni servissero a portare vera concorrenza e servizi e tariffe migliori per tutti, sarei il primo a rallegrarmene, tanto più che le utilities pubbliche non sono certo un modello di gestione e di efficienza. Ma il rimedio rischia di essere peggiore del male. Purtroppo l’esperienza dimostra che, in questo settore, come avvenuto per le Autostrade, le privatizzazioni si risolvono nella sostituzione di un monopolio pubblico con uno privato. E a rimetterci sono gli utenti costretti a far fronte a un’esplosione dei prezzi delle bollette. (Marcello Foa, Blog su Il Giornale)