ROMA – L’irlandese Actavis ha messo le mani sul Botox di Allergan per 66 miliardi di dollari, creando una delle prime dieci aziende farmaceutiche al mondo. Nello stesso tempo Halliburton ha acquistato Baker Hughes per 34,6 miliardi di dollari, dando vita a un gruppo con una quota di mercato del 40% nella fornitura di prodotti e servizi.
Due operazioni da complessivi 100 miliardi di dollari, che spingono gli Stati Uniti verso un nuovo record: l’attività di fusioni e acquisizioni quest’anno ha già totalizzato 1.354 miliardi di dollari (esclusi gli annunci odierni), quasi il 50% in più rispetto all’anno scorso e vicino al record storico di 1.490 miliardi di dollari del 2009.
Scrive Il Messaggero:
Gli Usa si avvicinano così a grandi passi alla soglia dei 1.500 miliardi di dollari di matrimoni in un anno. Dopo mesi passati a resistere alle avance di Valeant, Allergan ha deciso di convolare a nozze con Actavis, un’unione dalla quale nasce con colosso da 23 miliardi di dollari l’anno di ricavi. Actavis, che da «respinta» in agosto è diventata cavaliere bianco contro Valeant, ha acquistato il produttore del Botox per 219 dollari per azione in contanti e titoli. L’annuncio è arrivato dopo settimane di trattative: nei mesi scorsi Allergan aveva seccamente respinto Actavis. Poi è stata messa all’angolo da Valeant e da uno dei suoi maggiori azionisti, Bill Ackman, e ha trovato nella rifiutata Actavis il salvatore.
L’offerta di Valeant per 200 dollari per azione non è stata mai ritenuta adeguata da Allergan, contrario alla filosofia della società che – a suo avviso – procede con acquisizioni per tagliare i costi, senza un’ottica di crescita e sviluppo. Actavis ha la propria sede in Irlanda, dopo l’acquisizione nel 2013 di Warner Chilcott, e quindi pagherà meno tasse sulle vendite internazionali di Allergan e potrà usare la liquidità di quest’ultima per aiutare a finanziare l’accordo. Si chiude dopo settimane di trattative, in alcuni momenti tese, anche l’accordo fra Halliburton e Baker Hughes. Un matrimonio da 38 miliardi di dollari, che unisce rispettivamente la seconda e la terza società di servizi petroliferi al mondo. Un’intesa che non avrà una strada facile davanti a se, con le resistenze delle autorità di regolamentazione americane e non difficili da superare.