PAVIA – Alberto Stasi va spesso sulla tomba di Chiara Poggi, e le parla come se fosse viva, “come si fa con una persona alla quale si vuole bene”. Stasi parla a Gabriele Moroni de Il Giorno, quasi 3 mesi dopo la sentenza d’appello bis che lo ha condannato a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi, la fidanzata.
Era stato assolto due volte, Stasi, in primo grado e in Appello. Poi la Corte di Cassazione ha ordinato un nuovo processo anziché confermare definitivamente l’assoluzione. E la Corte d’appello di Milano lo ha condannato. Stasi, in attesa di sapere come dovrà scontare la sua pena, è libero. E va spesso al cimitero da Chiara:
“Mi piace ricordarla nei nostri momenti felici. Vado spesso a trovarla al cimitero. Vado a trovarla, le parlo come si fa con una persona alla quale si vuole molto bene, ma che non è più qui. Faccio lo stesso con mio padre”. Difficile recuperare un rapporto con i genitori di lei:Â
“Non ci sono ancora riuscito. All’inizio di tutto eravamo molto vicini. Adesso c’è questo abisso di dolore che ci separa, che è cresciuto durante questi lunghi anni di processi. Decine di volte ho pensato di avvicinarli e mi piace pensare che lo stesso abbiano pensato loro. Non l’ho fatto perché ho paura che loro la considerino una strategia legale o mediatica. Non voglio che pensino questo di me. Non ho ancora avuto la forza di piangere, di metabolizzare la perdita di Chiara, ma spero tanto di incontrarli nuovamente, un giorno, senza impormi sul loro dolore. Probabilmente adesso è troppo presto: continuano a pensare che io sia colpevole ed è una cosa che mi fa un male enorme”.
“La sentenza per me è stata una cosa inaspettata e terribile. Il verdetto mi ha veramente travolto e ci è voluto tempo per riprendere coraggio. In passato, dopo l’assoluzione, pensavo che sarei stato bene, che sarei tornato com’ero prima, allegro, spensierato, portandomi, ovviamente, sempre nel cuore il pensiero di Chiara. Più che altro cercavo di convincermi che stavo bene, che sarebbe stata questione di tempo e che la tristezza sarebbe passata. Ma non passava. I mesi scivolavano via e io ero sempre spaventato, esausto. Adesso è ancora peggio”.
Come vede il suo futuro? “Già in passato mi era molto difficile pensare anche solo al presente, oggi lo è ancora di più, figuriamoci avere aspettative per il futuro. Cercare di guardare la vita con positività è il primo passo per migliorarla. Vorrei poter star bene in salute e avere la possibilità di fare chiarezza nella mia vita e trovare la mia strada, riuscendo in qualche modo a voltare pagina. Quando ho perso Chiara avevo appena compiuto 24 anni. Ora ne ho quasi 32 e non passa giorno in cui io non abbia questa tragedia nei miei pensieri. So che è difficile, ma a volte vorrei che gli altri si mettessero al mio posto e potessero anche solo immaginare quello che sto passando. Non lo auguro a nessuno, davvero. Nonostante questo non mi fermerò, continuerò a lottare per la verità , con la speranza che ci si attenga alle regole che ci sono, perché per legge un innocente ha il diritto di essere tutelato”.
Lui spera ancora che “qualcuno che sa” si faccia avanti:
“Vorrei appellarmi a chi eventualmente sa qualcosa. Chiedo a chiunque sappia qualcosa di mettersi una mano sulla coscienza e di uscire allo scoperto”.