ROMA – “Cruciani e Parenzo, l’addio del talk show” è il titolo dell’articolo a firma di Aldo Grasso sulle pagine del Corriere delle Sera in edicola oggi, venerdì 11 ottobre.
“Se volevano mettere una pietra tombale sul talk show (e forse anche sulla loro carriera televisiva) ci sono riusciti. Giuseppe Cruciani e David Parenzo si sono comportati come due bambini felici e compiaciuti di rompere il giocattolo. Del resto, se inviti Alba Parietti, Maria Giovanna Maglie, Mario Borghezio, Paolo Villaggio, Roberto Fiore di Forza Nuova, Ilona Staller, Vittorio Sgarbi e poi imponi il «liberi tutti», il più è fatto. «Radio Belva» (…) è un omaggio alla sregolatezza, un tentativo di forzare la mano degli ospiti per vedere fin dove è possibile arrivare all’insegna de «il peggio può essere anche il meglio». Per «Blob» sì, per gli spettatori non si sa (…). È come aver assistito a una lezione di anatomia con il morto che non è ancora morto.
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Quella che in passato poteva apparire come una scheggia avvelenata oggi si rivela come cifra di un’epoca. Qualunque programma si manifesti oggi in tv è già parodia, per andare oltre ci vuole altro, una caratura culturale che i due sembrano non avere. Il primo a farne le spese è stato Emilio Fede, ridicolizzato «a sua insaputa» in un lontano circolo del Sel. Faceva quasi tenerezza.
Cruciani padroneggia i ritmi e gli stili della radio, e li riporta sul mezzo televisivo senza accorgersi che lì le regole sono altre. Impone costantemente il suo contrappunto rispetto a chi parla, dando sulla voce e mormorando incessanti «a parte» che aumentano la confusione e mescolano i piani. Si inserisce a gamba tesa in ogni lacerto di discorso, cercando di far sbottare l’interlocutore a cui ha appena dato la parola, ma la telecamera si perde e così l’efficacia sonora dello scontro dialogico si stempera, in video, fino a svanire (…)”