
PARMA – L’allerta meteo e il rischio alluvione erano stati comunicati al Comune di Parma già sabato 12 ottobre con un fax della Prefettura. Allerta che solo il lunedì è stata protocollata al Comune, scrive Marta Serafini sul Corriere della Sera. E dopo due giorni la città è stata sommersa dal fango e ora c’è chi si chiede se l’emergenza poteva essere gestita meglio.
La Serafini sul Corriere della Sera scrive:
“Si parla di Parma, dove non si placano le polemiche sull’alluvione che ha colpito la città emiliana quasi due settimane fa e per cui la Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo. L’opposizione punta il dito contro il sindaco: «Pizzarotti ha ricevuto l’allerta all’inizio del pomeriggio di lunedì 13 senza fare nulla fino a sera», ha tuonato nei giorni scorsi il consigliere del Pd Nicola Dall’Olio.
«Il documento parlava di fase di preallarme e non prevedeva un’allerta generale alla popolazione. L’allerta vera e propria è arrivata solo alle 16.59 quando le acque del Baganza avevano già invaso la città. Queste sono solo chiacchiere da bar», si è difeso il primo cittadino. Al di là delle parole e dello scambio di accuse però c’è dell’altro. E si tratta di un fax precedente che arriva negli uffici del Comune già sabato 11. Ben prima, dunque, di quanto noto fino ad oggi”.
Un documento che parlava di possibili esondazioni:
“«allerta per condizioni meteorologiche avverse a partire da domenica 12 fino a martedì». Tra gli effetti attesi «rapidi innalzamenti dei livelli dei corsi d’acqua minori con limitati fenomeni di inondazione». È un’allerta di tipo 1, che prevede cioè la possibilità di pericoli per la popolazione civile e danni alle abitazioni e che impone al sindaco di informare i cittadini. L’intestazione del documento non lascia scampo: trasmesso sabato 11 ottobre alle ore 13:49”.
Pizzarotti quel giorno non era in Comune a Parma, ma a Roma per la kermesse del Movimento 5 stelle al Circo Massimo:
“Morale, la comunicazione della Prefettura viene protocollata dal Comune solo il lunedì dopo, come dimostrano i timbri. Ma non solo. Dai Portici del Grano non giunge nessun segnale alla popolazione, fino alle 17.45 di lunedì, quando Pizzarotti su Twitter scrive: «#Parma#alluvione. Non andate in via po e via baganza, il fiume ha straripato». Troppo tardi: il fango ha già iniziato a travolgere alberi, auto e case”.
Pizzarotti, scrive la Serafini, si è difeso:
“«Di fax del genere qui in Comune ne arrivano in continuazione, cosa dovrei fare evacuare la città ogni volta? Piuttosto sarebbero necessari mezzi di controllo come telecamere e sensori basati su dati e rilevazioni reali e non sulle previsioni meteo», è la difesa del sindaco Pizzarotti che intanto prepara le valigie per Roma per andare mercoledì in Senato in commissione Ambiente per chiedere i soldi dei risarcimenti”.
Foto Ansa















