ROMA – La Merkel trema e fa tremare la Germania. A distanza di poche settimane, la Cancelliera ha tremato in pubblico diverse volte facendo temere per la sua salute. Quanto accada portato molti osservatori politici a temere che possano arrivare le sue dimissioni. Se ciò accadesse, si tratterebbe di un passo che porterebbe a far esplodere le contraddizioni di una maggioranza già in difficoltà.
A scriverlo è Fabio Squillante dell’Agenzia Nova in un articolo dal titolo “La Germania osserva i tremori della Merkel e teme di sprofondare nell’incertezza” che Blitz Quotidiano riporta qui di seguito:
“Mercoledì 10 luglio, durante la cerimonia di benvenuto per il premier finlandese, Antti Rinne, il Cancelliere tedesco, Angela Merkel, torna a tremare in pubblico, per la terza volta in pochi giorni. All’indomani, giovedì 11, la leader tedesca riceve il primo ministro danese, Mette Frederiksen, ma preferisce rimanere seduta, assieme alla sua ospite, mentre il picchetto d’onore sfila. La Merkel evita ancora di dare spiegazioni, e interrogata dai giornalisti si limita a dire di aver eseguito un controllo, di dover convivere ancora per qualche tempo con il problema, ma sottolinea di trovarsi in buona salute. Nei circoli politici tedeschi, così come nelle ambasciate straniere a Berlino e nelle redazioni dei media di tutta la Germania, le ipotesi sulle cause dei suoi tremori impazzano”.
“Il quotidiano popolare Bild riferisce che i servizi segreti di diversi Paesi sarebbero al lavoro da giorni per avere accesso alle cartelle cliniche del Cancelliere, mentre, tra i partiti, sono soprattutto i dirigenti dell’Unione democristiana a chiedere alla Merkel di fare chiarezza. Appare evidente che, se il problema non dovesse sparire rapidamente, il Cancelliere sarà costretto a dare spiegazioni più esaustive. Nessuno a Berlino, oggi, potrebbe escludere la possibilità che la Merkel finisca per dare le dimissioni: un passo che farebbe esplodere le contraddizioni di una maggioranza già in gravissime difficoltà”.
“I cugini cristiano-sociali della Cdu, già insofferenti dell’alleanza con i socialdemocratici, hanno vissuto come un’offesa la mancata nomina del loro leader – Manfred Weber – alla presidenza della Commissione Ue. Quanto al Partito socialdemocratico, dopo la bruciante sconfitta alle elezioni europee, esso è sceso ulteriormente nei sondaggi e, nel tentativo di recuperare, sta iniziando a distinguersi dagli alleati democristiani di governo”.
“Martedì prossimo, 16 luglio, i deputati dell’Spd potrebbero dunque votare contro Ursula von der Leyen, la presidente incaricata della Commissione, la cui nomina dovrà essere ratificata dal Parlamento europeo. Gli ultimi sondaggi indicano i socialisti ridotti ad un misero 13 per cento, l’Unione democristiana (Cdu-Csu) al 23, i nazionalisti di Alternativa per la Germania al 16, e i Verdi in prima posizione, con il 26 per cento. In questa situazione, lo scioglimento dell’abbraccio con i democristiani rappresenterebbe, per l’Spd, una speranza di sopravvivenza, e non è un caso se, venerdì 12 luglio, due leader della corrente di sinistra dell’Spd abbiano chiesto l’uscita del partito dalla ‘Grande coalizione'”.
Cosa accadrebbe se la Merkel fosse costretta a dimettersi?
“La Costituzione tedesca non prevede il caso di dimissioni del Cancelliere, ma negli anni Sessanta l’occasione si presentò. Alla fine del 1966, infatti, Ludwig Erhard rinunciò all’incarico. L’Unione democristiana (Cdu-Csu) e i liberal-democratici (Fdp) tentarono di accordarsi sulla nomina di un nuovo capo del governo, ma non ebbero successo, e si arrivò, così, alla prima “Grande coalizione” tra democristiani e socialdemocratici”.
“Se la Merkel fosse costretta alle dimissioni, una riedizione dell’alleanza tra l’Unione e l’Spd sarebbe estremamente improbabile. Più verosimile sarebbe una coalizione tra democristiani, liberal-democratici e Verdi, che avrebbe una quarantina di seggi di scarto, e che lascerebbe fuori solo l’Spd e due partiti che si situano ai margini del gioco politico: Alternativa per la Germania e la Sinistra”.
“Un simile sviluppo potrebbe dar fiato ai socialdemocratici i quali, dall’opposizione, avrebbero agio di attaccare tanto i Verdi quanto i democristiani e i liberali. Il “bon ton” istituzionale tedesco impedisce, tuttavia, di utilizzare la possibile malattia della Merkel a fini politici. E’ dunque dall’interno dell’Unione che potrebbe arrivare la richiesta di dimissioni del Cancelliere. Certo, si tratta solo di speculazioni, e tuttavia politici ed imprenditori tedeschi s’interrogano su un futuro politico improvvisamente incerto”.
“Una crisi improvvisa drammatizzerebbe le elezioni regionali che si terranno, tra settembre ed ottobre, in tre Land dell’ex Germania Est: Sassonia, Brandeburgo e Turingia. Con una crescita economica prevista per l’anno in corso allo 0,5 per cento, il Paese potrebbe trovarsi ad affrontare una fase d’instabilità in un momento estremamente delicato per via delle frizioni con l’amministrazione Usa, e per la frammentazione politica senza precedenti che affligge l’Unione Europea”.
Fonte: Agenzia Nova