Angelo Mai, il dossier dei pm: “Violenze e insulti”

Angelo Mai, il dossier dei pm: “Violenze e insulti”

ROMA – Vessazioni ripetute, anche contro i figli delle coppie ospitate, per rendere più convincenti le minacce.

Le hanno raccontate ai magistrati i sette stranieri che insieme ai figli piccoli sono stati radunati in cortile, nell’edificio di via Tuscolana 1113, ex sede distaccata dell’istituto tecnico Hertz, e costretti a stare fermi per ore e a non usare il telefonino; obiettivo del Comitato popolare di lotta per la casa, allontanare senza troppi complimenti e senza testimoni, altri ospiti non graditi al direttivo capitanato da Maria Giuseppa Vitale, detta Pina.

È solo uno degli episodi descritti nelle carte della Procura che mercoledì all’alba ha fatto sgomberare alla polizia il centro sociale “Angelo Mai” e due edifici occupati in via Tuscolana e a Centocelle, dove avevano trovato rifugio 300 disperati.

Scrive Riccardo Tagliapietra sul Messaggero:

Nonostante questo, ieri circa duecento antagonisti dei Movimenti per la casa hanno manifestato davanti alla prefettura contro le politiche abitative e contro gli sgomberi, accusando la polizia di essersi «sostituita alla politica». Un corteo che in mattinata aveva occupato gli uffici dell’anagrafe in via Petroselli. Protesta che non sposta le accuse per i 14 membri del Comitato, che vanno dall’associazione per delinquere, all’occupazione di edifici, all’estorsione, alla violenza privata; un indagato è stato arrestato per possesso di droga.

È un dossier pesante quello costruito dai magistrati, che vede tra gli indagati per associazione a delinquere, dei 39 complessivi, oltre alla leader del movimento Pina, anche nomi noti negli ambienti politici e dei centri sociali, come Giulio e Francesco Zabeo, Silvia Paoluzzi, portavoce della rete dei mercatini Rom, Serena Malta, Fabrizio Donati, consigliere del V Municipio, Carlo Romani, detto zio Carlo, Maurizio Longhi, Emanuele Granato, Marco Patrizi e Giulia De Filippis, candidata con il Psi alle regionali, Samira Harsan, Soumya Lotfi, Mohamed El Moehety.

Perfino i bambini venivano messi in mezzo. Una donna che aveva osato ribellarsi era stata picchiata e portata davanti a Pina. «Non sai che ti faccio io, comincio dalle bambine», l’avvertimento prima di buttarla fuori da via Tuscolana. Altre donne venivano minacciate paventando un trasferimento assieme ai bimbi piccoli nei residence «dove c’è violenza sulle donne e droga». Una guerra fra poveri che gli stessi magistrati definiscono «alimentata dall’inerzia delle pubbliche amministrazioni locali». Con a capo il Comitato che si muove con un codice simile a quello criminale, con strategie militari (…)

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FIlippo Limoncelli