C’è aria di rimpasto di governo, Alfaniani pronti alle barricate, Fabrizio de Feo sul Giornale

C’è aria di rimpasto di governo Alfaniani pronti alle barricate, l’articolo del Giornale

ROMA – Tira aria di rimpasto di governo, il 9 dicembre, il giorno dopo le primarie del Pd “chiarirà le pro­spettive di sopravvivenza del governo di cui gli scissionisti ex Pdl sono ora pilastro e soste­gno”.

L’articolo di Fabrizio de Feo del Giornale:

C’è una data cerchiata in rosso negli uffici di Angelino Al­fano e in quelli dei ministri e dei dirigenti passati nel Nuovo cen­trodestra: il 9 dicembre. Un giorno, quello successivo alle primarie del Pd, che farà da spartiacque e chiarirà le pro­spettive di sopravvivenza del governo di cui gli scissionisti ex Pdl sono ora pilastro e soste­gno. Appena sarà chiusa la par­titadella se­greteria di Via del Nazareno con la sconta­tissima vitto­ria di Matteo Renzi si apri­rà, infatti, una nuova stagio­ne e si com­prenderà se l’era delle strette ma sta­bili intese- so­sti­tutive alme­no negli auspi­ci delle larghe intese – potrà o meno so­pravvivere al­la strapotere del sindaco di Firenze. La preoccu­pazione tra gli alfaniani è pal­pabile.

Tutti dentro il Nuo­vo centrode­stra sono per­fettamente consapevoli che l’imperati­vo attuale è quello di far durare l’ese­cutivo alme­no un anno perché l’orga­nizzazione di un nuovo par­tito non è uno scherzo. Per questo la spe­ranza, nean­che troppo nascosta, è che chiu­se le operazioni di voto, il neo­segretario e il presidente del Consiglio stipulino un patto di non belligeranza, un accordo che proietti l’esecutivo verso il 2015 e stemperi la tentazione renziana di capitalizzare subi­to il risultato delle primarie. È evidente, però, che all’interno di questo patto Renzi detterà al­cune condizioni. Ed è davvero difficile escludere l’opzione di un Letta-bis o perlomeno di un rimpasto che rimpolpi la rap­presentanza dei ministri ren­ziani al governo Senza contare che i mal di pancia sono forti anche dalle parti di Scelta civica dove, dopo la scissione dei popolari di Ma­rio Mauro, si rivendica il diritto a una poltrona pesante.

Insom­ma il rischio di dover rinuncia­re ad almeno uno dei dicasteri pesanti attualmente occupati da Ncd c’è tutto.
Tra gli alfaniani non è passa­to neppure inosservato l’ap­proccio tiepido tenuto da Enri­co Letta rispetto agli schiaffoni polemici inflitti dai renziani al Nuovo centrodestra, vedi battu­te affilate sui rapporti di forza in Parlamento. Così come non su­scita brividi di piacere verifica­re come Forza Italia alla prova della scissione tenga molto be­ne nei sondaggi e di concerto Ncd, facendo la media tra i vari sondaggi, si attesti attorno al 5%. Rilevazioni che indicano anche come gli elettori poten­ziali siano attratti da un comu­ne richiamo: autonomia da Ber­lusconi ma contro la sinistra.
Gli alfaniani sanno bene di es­sere­costretti a incarnare un pa­radosso: minacciare la crisi per garantire stabilità e allungare la vita del governo. Qualche ar­gomento per pensare in positi­vo, però, c’è. Il ministro dell’In­terno tiene alto il morale delle truppe spie­gando che per quanto Renzi possa alzare il tiro, il 2014 sa­rà comunque un anno di la­crime e san­gue e fare il grillo parlan­te è più facile che governa­re. Inoltre Let­ta e Napolita­no non sono personalità fa­cili da mette­re in scacco. Un altro ragio­nam­ento con­solatorio che circola è quel­lo secondo cui «più Renzi ci attacca, più si comprende che siamo al­ternativi a lo­ro ». Fatto sta che Maurizio Lupi chiede al Pd di «defini­re insieme le priorità» e in­voca «un pat­to chiaro ». Fer­ma restando l’appartenza al perimetro del centrode­stra. Sullo sfondo, però, il Mattinale , la nota stam­pa redatta ogni giorno dai gruppi di Forza Italia, lancia un monito: «Ange­lino non ti aspetteremo un an­no o due. Il treno passa adesso, o agganci il vagone Ncd o met­tersi insieme in coalizione sarà difficilissimo. Lontano dagli oc­chi, lontano dal cuore».

Published by
Gianluca Pace