ROMA – “Dipendenti Atac troppo cagionevoli di salute – scrive Riccardo Tagliapietra del Messaggero – Mediamente ogni giorno 1.400 persone, tra impiegati, autisti, operai e macchinisti, legittimamente presentano certificati medici e di altro tipo, come quelli per lโassistenza al familiare disabile, permessi vari, restando a casa. Assenti giustificati”.
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Un turnover che decurta la forza lavoro di una percentuale che va da una media giornaliera del 15 per cento, con un picco del 22 per cento registrato lo scorso agosto, mese in cui cโรจ stata una vera e propria epidemia. Ma non รจ tutto perchรฉ a questi numeri si aggiungono gli autisti che chiedono lโinabilitร alla guida, schizzati verso lโalto negli ultimi tre anni e i cosiddetti ยซliberi con pagaยป, ovvero gli autisti che sono di turno, ma per i quali non cโรจ un mezzo da guidare.
E cosรฌ, meglio lasciarli a casa, liberi dal servizio. Un paradosso previsto dal contratto, innescato, per esempio, dallโeccesso di mezzi che sono in manutenzione nelle officine. Il risultato finale รจ che lโAtac, pur disponendo di una forza lavoro eccezionale, non riesce a programmare a dovere attivitร come il potenziamento delle corse, o lโaumento dei controllori sui mezzi, o lโimpiego di personale alle stazioni.
GLI AUTISTI
Dei 6.500 autisti assunti dallโazienda, quindi circa 970 restano a casa ogni giorno. A questi si aggiungono gli amministrativi poco piรน di un centinaio giornalieri (su 1300), i circa 300 operai (su 3.000) e i macchinisti, qualche unitร su 450 dipendenti. Di questa ultima categoria pochi restano a casa, probabilmente in virtรน del fatto che il loro contratto รจ legato in qualche modo anche alle presenze.
Sempre allโAtac, uno dei dati piรน eclatanti degli ultimi anni riguarda il numero di autisti che chiede lโinidoneitร alla guida, ovvero il diritto a non guidare piรน un bus per problemi fisici, come per esempio, la sciatica, il mal di schiena, o altro. Esistono due tipi di inidoneitร , quella temporanea e quella definitiva. Lโautista in entrambi i casi deve seguire lโiter presentando un primo certificato medico, seguito da altri esami e visite.
VISITE MEDICHE
Una delle curiositร puramente numeriche riguarda le visite mediche per lโabilitazione alla guida. Fino al 2010 venivano eseguite dallโAsl attraverso lโospedale San Giovanni (struttura pubblica): mediamente cโerano una cinquantina di autisti lโanno con inidoneitร alla guida (ci fu solamente un picco di richieste nel 2005). Poi la gestione รจ passata al centro diagnostico Pigafetta (struttura privata, partecipata da Ferrovie dello Stato). Negli ultimi tre anni il numero di inidonei รจ salito da 50 a 607, di cui 387 temporanei e 220 definitivi, circa il 10 per cento complessivo di tutti gli autisti, che passano quindi ad altri incarichi compatibili con la malattia. Anche il sistema delle visite dโidoneitร obbligatorie per gli autisti รจ cambiato. Prima la visita era semestrale. Oggi la visita รจ quadrimestrale. E a pagare, ovviamente, รจ Atac.NUOVE ASSUNZIONI
Intanto lโazienda ha raggiunto recentemente un accordo con le organizzazioni sindacali confederali per dare attuazione al sacrosanto patto rilancio Atac, ยซunโintesa finalizzata al riassetto organizzativo e finanziario dellโazienda che coniuga economicitร , efficienza, tutela dei diritti dei lavoratori e dei clientiยป, dicono dalla dirigenza. Tra gli interventi previsti รจ stato programmato lโavvio di una selezione per ยซ350 nuove assunzioni di autisti per la copertura, con eventuali contratti a tempo determinato, di altrettanti posti di lavoroยป. Per contro, una sigla sindacale autonoma, non compresa in questo patto di sindacato, avrebbe girato allโazienda altre 200 richieste di inidoneitร alla guida. Ma proprio qui sta un altro nodo da sciogliere. Perchรฉ, a parte gli inidonei, i malati e quelli in permesso, ogni weekend il 6-7 per cento degli autisti assunti in Atac usufruisce del cosiddetto istituto del ยซlibero con pagaยป, autisti che vengono impiegati ma senza lavorare.
LA STRANA PROGRAMMAZIONE
Sarebbe a dire che la domenica, o nei giorni infrasettimanali, lโautista (per vari motivi di organizzazione del lavoro) viene ยซliberatoยป, ma risulta come se fosse al lavoro. Si tratta di un istituto contrattuale previsto in molte aziende, che in Atac raggiunge percentuali altissime. ยซFrutto dellโinefficienza organizzativa – dicono i sindacati – non certo colpa dei lavoratoriยป. Un cuscinetto che dovrebbe garantire un numero sufficiente di lavoratori allโazienda per gestire gli imprevisti e per garantire lโattivitร nei picchi, che, invece, spreca risorse preziose visti i conti di Atac. A rosicchiare una percentuale di questi ยซlavoratori liberiยป, infatti, non sono le esigenze di servizio, ma i mezzi in manutenzione per i quali mancano i pezzi di ricambio, che restano settimane in officina lasciando appiedati gli autisti, e presumibilmente pure i clienti. Una percentuale che si รจ accentuata nelle ultime settimane, con i conti in rosso dellโazienda: 519 milioni di euro da pagare ai fornitori (qualcuno ha sospeso il servizio e ricambi).
Il futuro: il 31 marzo cโรจ la scadenza del contratto di servizio firmato dal Campidoglio. La bozza del nuovo contratto che gira per i corridoi di Atac, parla di un rinnovo fino al 2017, con qualche ยซpenaleยป per gli stipendi. Non solo per i dirigenti.