ROMA – Via l’installazione italiana da Auschwitz perché non corrisponde ai criteri pedagogici e illustrativi indicati negli ultimi anni dalla direzione del museo dell’ex campo di concentramento polacco.
Scrive Gabriele Isman su Repubblica:
Entro il 30 novembre l’Associazione nazionale ex deportati rimpatrierà l’installazione che fu inaugurata nel 1980 e a cui lavorarono su richiesta dell’Aned tra gli altri Primo Levi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Nelo Risi, Luigi Nono e Pupino Samonà: troppo opera d’arte quella spirale, con simboli politici come la falce e il martello non graditi nemmeno al governo polacco che ha avallato la scelta della direzione per rimuoverla.
E mentre l’Aned, come conferma anche la consigliera Grazia Di Veroli, è già in trattative per portare altrove l’installazione (la Regione Toscana e le città di Torino e Bergamo la vorrebbero), sarà Palazzo Chigi a indicare come procedere per non perdere quelle stanze nel blocco 21 che altri Paesi (l’Ucraina, per esempio) vorrebbero all’interno del museo di Auschwitz. Dalla Polonia — dove ha accompagnato il sindaco Ignazio Marino e 144 studenti romani nel tradizionale Viaggio della Memoria organizzato dal Campidoglio — è stato Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica romana, a ringraziare il sottosegretario Graziano Del Rio, incaricato di risolvere il problema (…)