GENOVA – Beppe Grillo fa causa a Parlamento 5 Stelle: per il leader M5s hanno usurpato il logo Movimento 5 Stelle che a Grillo fa riferimento (il marchio è registrato a suo nome). Parlamento 5 Stelle è la piattaforma multimediale che era nata per far convogliare le proposte di legge dei simpatizzanti del Movimento. In attesa che poi gli eletti in Parlamento le presentassero nelle sedi deputate. Ma per Grillo quelli sono dei ladri di logo, motivo per cui ha fatto scrivere una lettera al proprio avvocato.
Fabrizio Boschi sul Giornale scrive:
I promotori del Meet Up non l’hanno presa bene. Chiamano quella di Grillo «una strana idea di democrazia diretta» e si giustificano dicendo di aver preso l’iniziativa proprio perché  la piattaforma tecnologica per l’attuazione della democrazia diretta non c’è e che il rapporto tra la base e i parlamentari è inesistente: «Nell’attesa fosse creata la piattaforma ufficiale per votare le proposte di legge, sentivamo la necessità di uno strumento per cominciare a lavorare in questo senso. Con questo scopo è nato il gruppo Parlamento 5 Stelle».
Ma a Grillo non va bene. Per lui il solo Vangelo da seguire è quello del suo blog-business dove, per vedere i video-deliri, bisogna per forza passare da 30 secondi di pubblicità . Il partito del blogger genovese è paragonabile insomma a una società di e-commerce (Beppe Grillo.it e Casaleggio Associati) dove ogni click è denaro.
Boschi spiega cosa ha fatto scattare la scintilla, secondo lui:
È stato proprio il fatto di essere un nati da un moto spontaneo a far saltare la mosca al naso alla Grillo&Casaleggio. Troppo liberi e anarchici per essere sottoposti alle regole ferree dei cinque stelle. Troppo rischioso continuare a farsi rappresentare da un sottomovimento che rifiuta di infilare la testa dentro il giogo grillino. Un’altra manciata di militanti da impallinare a colpi di fogli di carta bollata.