Il Corriere della Sera: “Condanna dura per Berlusconi: sette anni.” I dubbi e le conseguenze. Editoriale di Pierluigi Battista:
“Le sentenze si rispettano, ma si possono commentare e criticare, come in ogni nazione libera. Negarlo รจ ipocrita. Come lo sarebbe negare che una condanna rigidissima, addirittura superiore alle pur severe richieste dell’accusa, possa evitare conseguenze politiche se ad essere considerato il vertice di una ramificata banda dedita a reati moralmente spregevoli รจ il capo di uno schieramento che compartecipa in modo determinante al governo del Paese. I risvolti giuridici sono discussi nelle aule del tribunale. Ma i media internazionali non si sarebbero mobilitati cosรฌ massicciamente se si fosse concluso in primo grado un processo come un altro. E se non fossero stati convinti che la sentenza di ieri avrebbe ipotecato il futuro politico di questo Paese.
Dopo la sentenza di ieri, durissima, che si abbatte come uno schianto su Silvio Berlusconi e sul suo partito, il futuro politico del Paese non รจ tra i piรน leggiadri. E la spaccatura che da vent’anni spezza in due l’opinione pubblica italiana รจ ancora piรน profonda e irriducibile. Da ieri si sentiranno piรน forti quelli che, su un fronte, considerano il nemico Berlusconi come una figura losca da gettare nel precipizio della vergogna e della non rispettabilitร e, sull’altro, quelli che difendono in trincea Berlusconi come vittima di un accanimento politico-giudiziario senza precedenti, molto prossimo alla persecuzione.”
Lโira del Pdl: disegno politico per eliminarci. Articolo diย Lorenzo Fuccaro:
“Nel Pdl รจ un coro a sostegno di Silvio Berlusconi. Angelino Alfano lo invita ยซa non mollareยป, Paolo Bonaiuti fa notare che รจ ยซuna sentenza che mira a demolire un leader politico votato da milioni di cittadiniยป. Daniela Santanchรจ ricorre a un paradosso: ยซMi sono stupita che non hanno chiesto di metterlo direttamente in galera, o che facessero di piรน, che sparassero… Non so, mi sembra una cosa ridicola. Ribadisco il mio dolore per una questione ingiusta perchรฉ conosco il presidente Berlusconiยป.ย Nellโaltro lato del campo politico le reazioni sono assai variegate. Cโรจ il Pd che, con una nota ufficiale, invita tutti a rispettare le decisioni della magistratura. Massimo DโAlema, per esempio, osserva che ยซle sentenze non si commentano e io non parlo con la panciaยป. Ma cโรจ anche Walter Veltroni che suggerisce al Cavaliere di ยซfare un passo indietro perchรฉ il Paese ha bisogno di voltare pagina dato che da venti anni รจ inchiodato alla figura di Berlusconiยป. Argomentazioni analoghe a quelle di Nichi Vendola: lโex premier ยซliberi il campo dalla sua presenzaยป. Ci sono, perรฒ, anche due senatori di osservanza renziana (Andrea Marcucci e Mauro Del Barba) che invitano alla prudenza: ยซBerlusconi deve essere condannato dai cittadini nelle urne e non coi verdetti delle aule di giustizia.”
I 5 Stelle conquistano Ragusa. Messina al candidato No Ponte. Scriveย Felice Cavallaro:
“ร riuscito a piazzarla, dopo Parma, la bandierina di consolazione su un secondo grande comune italiano Beppe Grillo, soddisfatto del ยซsuoยป nuovo sindaco, Federico Piccitto, eletto nel profondo Sud, in quel gioiello di cultura e letteratura, barocco e set cinematografico che รจ Ragusa. Prova che dallโappendice elettorale dei ballottaggi, fra astensioni aumentate a dismisura, emerge un pezzo di Sicilia dove i movimenti si impongono su apparati e partiti forti. Perchรฉ anche a Messina, con una beffarda sconfitta del candidato Pd-Udc bruciato due settimane fa per 50 voti, stravincono i ยซNo Ponteยป di Renato Accorinti. Dati pesanti mitigati per la coalizione del governatore Crocetta da quelli di Siracusa dove il Centro sinistra con Giancarlo Garozzo si riprende dopo 15 anni di Centrodestra la cittร di Stefania Prestigiacomo.”
La prima pagina de La Repubblica: “Berlusconi, la condanna piรน dura.”
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La Stampa: “7 anni a Berlusconi: resisterรฒ.” Il sipario sull’era del cavalieri. Editoriale di Marcello Sorgi:
“La sentenza con cui il tribunale di Milano ha condannato Berlusconi a sette anni di carcere e allโinterdizione perpetua dai pubblici uffici segna insieme la fine dellโavventura politica del Cavaliere, e piรน in generale quella della Seconda Repubblica, di cui per altro lโex-Presidente del consiglio รจ stato lโuomo simbolo, come Andreotti lo era della Prima. In passato, anche in tempi recenti (si pensi alle elezioni politiche del 24 febbraio), Berlusconi ci ha abituato ad improvvise cadute e a subitanee resurrezioni. Ma stavolta รจ peggio di tutte le altre, come lui stesso sa o incomincia a capire, anche se ieri ha preferito negarlo nella prima reazione ufficiale.”
“Io Ruby, tu Idem”, il Buongiorno di Massimo Gramellini:
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“La ministra Idem si รจ dimessa: non sopportava di restare in un governo sostenuto da Berlusconi. A parte gli scherzi, fino a pochi anni fa una doppia mazzata come quella di ieri avrebbe creato sconquassi umorali nel Paese. Il politico italiano piรน conosciuto nel mondo condannato a sette anni e interdetto dai pubblici uffici per reati odiosissimi. Una ministra della Repubblica costretta ad andarsene a casa (pardon, in palestra) per avere evaso le imposte sugli immobili. E invece, se si escludono i giornalisti, i politici e le tifoserie strette, lโimpressione รจ che ormai questi eventi scivolino addosso agli italiani senza lasciare altra impronta che un sospiro di fastidio misto ad assuefazione…”
Il Fatto Quotidiano: “Sette anni a Berlusconi. La vergogna รจ governare insieme a lui.” Le larghe pene. Editoriale di Marco Travaglio:
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“Davvero qualcuno ha dovuto aspettare la sentenza del Tribunale di Milano per scoprire che B. va a puttane, preferibilmente minorenni, e abusa del suo potere e dei suoi soldi per nascondere la veritร ? Solo un Paese irrimediabilmente ipocrita, o disinformato, o mitridatizzato puรฒ meravigliarsi per un verdetto fra i piรน scontati della storia. Gli unici dubbi riguardavano la qualificazione dei reati e la quantificazione della pena. Ma i fatti erano accertati fin da subito: le telefonate notturne dello statista dal vertice internazionale di Parigi alla questura per far rilasciare Ruby sono incise nei nastri della polizia; le notti trascorse nella villa di Arcore dalla prostituta minorenne che poi se ne andava con le tasche piene di soldi sono dimostrate dai movimenti del suo cellulare; le deposizioni di decine di test, tutti dipendenti o sul libro paga di B., fra cui 4 o 5 parlamentari, un viceministro e alcune mignotte, bastava ascoltarle per capire che erano false. Che altro occorreva per farsi unโidea di quel che รจ successo e trarne le conseguenze? Un collegio di saggi? Un vertice di maggioranza? Un monito del Quirinale?”
Il Giornale: “Macelleria.” Editoriale di Alessandro Sallusti:
“Cโera un solo modo per condannare Silvio Berluscoยญni nel processo cosiddetto Ruby: fare valere il teorema della Boccassini senยญza tenere conto delle risultanยญze processuali, in pratica canยญcellare le decine e decine di teยญstimonianze che hanno afferยญmato, in due anni di udienze, una veritร assolutamente inยญcompatibile con le accuse. E cioรจ che nelle notti di Arcore non ci furono nรฉ vittime nรฉ carยญnefici, cosรฌ come in Questura non ci furono concussi. Queยญsto trucco era lโunica possibiliยญtร e questo รจ accaduto. Trenta testimoni e protagonisti della vicenda, tra i quali rispettabili parlamentari, dirigenti di queยญstura e amici di famiglia sono stati incolpati in sentenza, coยญsa senza precedenti, di falsa teยญstimonianza e dovranno riยญsponderne in nuovi processi. Spazzate via in questo modo le prove non solo a difesa di Berlusconi ma soprattutto contrarie al teorema Boccassiยญni, ecco spianata la strada alla condanna esemplare per il caยญpo: sette anni piรน lโinterdizioยญne perpetua dai pubblici uffiยญci, esattamente la stessa proยญnunciata nella scena finale del filmย Il Caimanoย di Nanni Moretti, in cui si immagina l’uscita di scena di Berlusconi. Tra questa giustizia e la finยญzione non cโรจ confine. Siamo oltre lโaccanimento,la sentenยญza emessa ieri รจ macelleria giuยญdiziaria, sia per il metodo sia per lโentitร .Ricorda molto,ma davvero molto, quelle che i triยญbunยญali stalinisti e nazisti usavaยญno per fare fuori gli oppositori: i testimoni che osavano alzare un dito in difesa del disgraziaยญto imputato di turno venivanoย spazzati via come vermi, bollaยญti come complici e mentitori, andavano puniti e rieducati. Come osi, traditore – sosteneยญvano i giudici gerarchi- metteยญre in dubbio la parola dello Staยญto padrone?Occhio, che in gaยญleraย sbatto pure te.”








