ROMA – “Bettino & Silvio, i gemelli diversi”, Oliviero Beha, dalle pagine del Fatto Quotidiano (questo il link) scava nel passato (“Quando non si riesce a prefigurare il futuro se non ad horas, come oggi, bisogna forse cercarlo nel passato, in date e facce”) per parlare di Berlusconi (e Craxi).
Ecco uno stralcio dell’articolo:
Parliamo di un gangster arrestato per reati fiscali… E ancora: “…Senza regole morali lo sviluppo si impantana. Nel 1910 l’Argentina aveva il doppio del nostro reddito. Oggi grazie alla corruzione, all’immoralità pubblica, a un ceto politico vergognoso, il reddito di quel Paese si è ridotto alla metà. E noi rischiamo con Berlusconi di fare la fine dell’Argentina”.
Morale: se Craxi diceva delle cose vere ma rese irricevibili dal fatto che le dicesse lui, se Sylos Labini ha predetto senza ambagi con undici anni d’anticipo il nostro presente e aveva tutte le caratteristiche valoriali per farlo ma non è stato ascoltato né poco né punto dalla sinistra italiana, adesso siamo a Berlusconi che non è in grado, nell’oceano di amoralità che ci sta sommergendo, di dire niente di più né niente di diverso dal “non volete che mi butti?” di sordiana reminiscenza: contrariamente a Craxi, non può, nel senso che non gli viene neppure in mente, vuotare un sacco che riguardi tutta o buona parte della classe dirigente italiana, politica, imprenditoriale, bancaria ecc., collusa con lui a ogni livello nel precipizio che abbiamo di fronte.
Quella “immoralità” evocata dall’immorale Bettino, comunque di tutt’altra statura, sembra lontana anni luce dalla mimica berlusconiana del salvare il salvabile con il salvacondotto (di Napolitano). Ci si arrangia amoralmente in un Paese amorale in cui dalle tasse al resto risuona un maledettissimo “così fan tutti”. Ebbene, veniamo da lontano ma in vent’anni si è scavata una voragine di cui la nostra berlusconizzazione è il dato più inquietante.