TORINO – “Cairo a fondo perduto. Una mossa senza logica che spegne gli entusiasmi”. Questo è il titolo dell’articolo di Massimo Gramellini sulle pagine de La Stampa:
Mentre comincio a scrivere questo travaso di bile, il tifoso che è in me spera ancora di essere interrotto da una smentita che gli restituisca un po’ di fiducia nel buonsenso degli esseri umani. Ci faccia capire, presidente Cairo: dai primi di giugno sappiamo che il miglior calciatore del nostro Toro, tale Cerci Alessio, sarebbe andato a pascolare altrove. Quindi da tre mesi lei ha in tasca un assegno virtuale di oltre 15 milioni. Era lecito immaginarsi che lo avrebbe usato per bloccare con largo anticipo un centravanti meno molle di «L’Orrendo» Larrondo, cioè qualsiasi centravanti del pianeta meno uno: Amaurì con l’accento sulla i. Che certo è meglio di Larrondo (sai che sforzo), ma ha trentaquattro anni e un fisico logoro che fanno di lui una dignitosa riserva e nulla più. Poi magari al derby segna il gol dell’ex all’ultimo secondo e io mi ricovero alla neurodeliri, però resta un mercenario a fine corsa e ci riporta ai tempi del carrello dei bolliti Fiore&Recoba, che speravamo archiviati per sempre.
Le modalità «last minute» del suo acquisto rivelano un’assenza di strategia che non sia il desiderio di spendere il meno possibile: per di più a fondo pe rduto, perché in futuro Amauri lo si potrà giusto rivendere al museo delle cere.
Presidente, da dove le viene questo impulso a rovinare tutto? In coda a tanti anni di errori e di patimenti, le prodezze dell’ultimo campionato avevano riportato l’entusiasmo nei cuori e i bambini sugli spalti. La campagna acquisti era stata avveduta, tanto da farci digerire persino il sacrificio inevitabile del capocannoniere Ciro. E durante l’estate la squadra è stata cesellata da mastro Ventura con la perizia consueta. Uscendo dallo stadio dopo il pareggio stretto con l’Inter, non c’era tifoso che non pensasse: con un centravanti appena appena normale – alla Pennellone Silenzi, per intenderci – stasera avremmo vinto due a zero. A lei toccava comprare questo centravanti. Ci saremmo fatti andare bene persino uno scambio di prestiti Cerci-Pazzini col Milan: avremmo perso il funambolo, ma guadagnato un bomber. Così non abbiamo né l’uno l’altro e al posto della coppia Immobile-Cerci (35 gol e appena 49 anni in due) ci ritroviamo il solo Quagliarella, ottimo ma non giovanissimo, circondato dalla scommessa Martinez, dalla certezza Larrondo e dai bandoleri stanchi Barreto e Amauri con l’accento sulla ì.
Mi rifiuto di credere che lei utilizzerà i milioni di Cerci fuori dal Toro. Perciò mi sfuggono le ragioni di una scelta tanto miope e castrante, così diversa da quelle che ha compiuto in tv, dove non solo ha tenuto tutti i migliori, ma ha preso Floris, mica Bruno Vespa.