Cancellieri e Ligresti: “Se sei ministro, certi amici fanno male”

Anna Maria Cancellieri: amicizie pericolose (Foto La Presse)

Sul caso Cancellieri-Ligresti, l’articolo di Massimo Gramellini sulla Stampa di Torino segna un punto:

“Nella società dell’immagine, godere di un’immagine positiva rischia paradossalmente di risultare pericoloso”,

ha scritto Massimo Gramellini sulla Stampa.

“Se la telefonata umanitaria l’avesse fatta Berlusconi, nessuno avrebbe manifestato sorpresa e forse neanche imbarazzo: il passaggio dalla nipote di Mubarak alla figlia di Ligresti sarebbe anzi sembrato un’evoluzione.

“Ma la Cancellieri non è Berlusconi, e nemmeno Andreotti o D’Alema. È una che non pensi proprio possa avere il numero di telefono dei Ligresti. Nel ritratto che i suoi comportamenti pubblici hanno contribuito a creare, lei è la nonna della Patria, il funzionario dal tratto umano, la persona semplice e di buonsenso che ama circondarsi di persone semplici e di buonsenso, mica di squali e squalette della finanza.

“La difesa della super liquidazione del figlio manager (per qualche tempo di una società dei Ligresti) poteva ancora rientrare nella sfera dei sentimenti materni che tutti le riconoscono, senza turbare troppo la purezza del quadro.

“Ma la sua amicizia, ovviamente legittima, con una delle famiglie più chiacchierate d’Italia contraddice «la narrazione», come si dice adesso. E segna un punto a favore di chi pensa che l’establishment italiano, appesantito dall’intreccio di troppe relazioni, non sia più riformabile ma vada rinnovato in blocco”.

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Marco Benedetto