
ROMA – Caos rimborsi, dal Piemonte all’Emilia passando per il lazio, più che ladri però, scrive Vittorio Feltri sul Giornale, “sembrano scemi…”
L’editoriale:
Tra l’altro non si riesce a comprendere come essi pensassero di farla franca, di passare inosservati nel momento in cui mettevano le mani sulle nostre palanche. Che oltre a ladri siano scemi? Cominciamo a temere che sia così. Non soltanto i partiti inseriscono nelle liste dei votabili i personaggi meno idonei dal punto di vista delle capacità, ma scelgono – premiandoli – i più deficienti, i quali difatti si fanno beccare con le mani nella marmellata come bambini. Viene voglia di prenderli a calci nel deretano, altro che spedirli in tribunale affinché siano giudicati dalle toghe rosse, verdi o nere che siano.
I ladri di galline di una volta suscitavano addirittura simpatia, giacché agivano in stato di necessità: avevano fame e, spinti dal desiderio di saziarsi con polenta e galletto arrosto, facevano strage di pollame. Non avevano altre chance per soddisfare l’appetito. Ma questi fighetti grattano a tutto spiano per abboffarsi nei ristoranti della nouvelle cuisine , per accaparrarsi un telefono cellulare ultimo modello. E fanno schifo.Sono costoro ad alimentare l’antipolitica, a incrementare il disgusto per le istituzioni cosiddette democratiche, ad allontanare i cittadini dalle urne.
I furfantelli della Regione Piemonte sono in buona compagnia. Prima di loro si sono distinti i fetenti della Regione Lazio sfuggiti al controllo della presidente Renata Polverini, la quale poi, data la propria cecità, è stata gratificata con una poltrona in Parlamento. E sorvoliamo su Franco Fiorito e sui suoi epigoni sparsi in varie zone d’Italia.
Non è questo il momento di stilare l’elenco dei farabutti. Semmai è giunta l’ora diabolire non soltanto il monte premi in dotazione ai partiti che occupano gli enti territoriali, ma anche di eliminare gli enti stessi, partendo proprio dalle Regioni sulla cui dannosità siamo tutti d’accordo, tranne coloro i quali le saccheggiano sistematicamente con il pretesto di amministrarle. Venti Regioni impegnate a sperperare gli introiti fiscali dello Stato sono troppe in assoluto. Ma considerando il debito che affligge il Paese, esse sono altresì un lusso che non possiamo offrire quale mangiatoia ai ladruncoli professionali muniti di tessera di partito. Chiudiamole tutte in fretta e recupereremo il denaro per pareggiare i conti. Soprattutto ci risparmieremo di assistere allo spettacolo ripugnante dell’assalto alla diligenza. La nostra diligenza.