Cancellieri-Ligresti, Maurizio Belpietro: “Caro ministro chiarisca o si dimetta”

ROMA – Maurizio Belpietro nel suo editoriale di oggi risponde a MarcoTravaglio che equipara il caso Cancellieri-Ligresti a quello della famosa telefonata in Questura di Silvio Berlusconi per far affidare Ruby e Nicole Minetti. Belpietro sostiene che le due vicende non si possano mettere a confronto e poi dice: “Caro ministro, chiarisca o si dimetta”.

Scrive Belpietro:

Non avendo informazioni di prima mano come invece il vicedirettore del Fatto ci limitiamo per l’appunto ai fatti. I quali sono i seguenti. Anna Maria Cancellieri, dopo l’arresto dell’intera famiglia Ligresti, esprime la propria solidarietà alla compagna di Salvatore Ligresti e si dichiara pronta a fare tutto ciò che le è possibile per alleviare il dolore della famiglia cosìduramentecolpita. Qualche giornodopoil fratello di Salvatore Ligresti, Antonino, si sarebbe messo in contatto con il ministro, preoccupato per le condizioni di salute della nipote Giulia, la quale già in passato aveva sofferto di anoressia. Informato della situazione, il Guardasigilli avrebbe a questo punto attivato i dirigenti del Dap.

Secondo la Cancellieri si è trattato di un intervento umanitario, dettato dalla volontà di evitare che le condizioni di Giulia Ligresti peggiorassero. Ovviamente non abbiamo motivo di dubitare del buon cuore del ministro e se fosse stato per noi non solo avremmo liberato Giulia Ligresti ma nemmeno l’avremmo messa in carcere: in un Paese normale le persone devono finire dietro le sbarre solo dopo un regolare processo e una regolare condanna. Ciò nonostante, non è questo il punto. E nemmeno lo è la presunta risposta negativa dei funzionari del Dap al ministro. Il punto è che se un pubblico ufficiale, abusando dei propri poteri, costringe qualcuno a dare una qualche utilità, si configura il reato di tentata concussione, indipendentemente dalla risposta del presunto concusso. Utilizzare le vie brevi, saltando la procedura (in questo caso la domanda al giudice competente), è qualcosa che va contro le regole? Contravviene oppure no alle procedure? E richiedere la scarcerazione o un diverso trattamento carcerario per un detenuto è oppure no una «utilità» come indicato dal codice penale?

Ecco, sono questi i nodi della vicenda che ci fanno dire che il caso del ministro Cancellieri non è affatto chiuso e tantomeno può essere liquidato dicendo che è diverso perché i funzionari del Dap hanno respinto le richieste del ministro. Giulia Ligresti è stata scarcerata (e ne siamo contenti) una settimana dopo l’intervento di Anna Maria Cancellieri. E proprio mentre il Guardasigilli si preoccupava del suo stato di salute, medici e operatori sociali si preoccupano di segnalare alla Procura le condizioni della reclusa.

Perfino la Procura si dichiarava favorevole a toglierle le manette. Tutto regolare dunque? Ci auguriamo di sì, ma vorremmo poterlo dire con le carte alle mano, soprattutto con tutti gli approfondimenti del caso. Anche quelli riguardanti la liquidazione milionaria percepita dal figlio del ministro Cancellieri, il quale guarda caso era proprio un dipendente dei Ligresti. Tutto normale? Ci piacerebbe poterlo raccontare, perché in caso contrario non resterebbe che una soluzione: le immediate dimissioni del ministro. E forse anche di qualcun altro.

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Marco Benedetto