
ROMA – “Il 19 febbraio, il Fatto Quotidiano ha pubblicato una lettera (datata 25 agosto 2010) di Antonio Verro – scrive Carlo Tecce – consigliere di amministrazione Rai, a Silvio Berlusconi: un piano di sabotaggio contro otto trasmissioni considerate โanti-governativeโ. Lโex dirigente di Edilnord, amico di gioventรน di Marcello DellโUtri, non sโรจ dimesso”.
L’articolo di Carlo Tecce: E il presidente Anna Maria Tarantola, a distanza di un paio di settimane, convocata in commissione parlamentare di Vigilanza, ha detto poco, cioรจ non ha detto nulla: โIl testo fa emergere possibili eventuali profili di non coerenza con gli obblighi previsti per un membro del Cdaโ. Adesso i conflitti di interesse si chiamano โprofili di non coerenzaโ e, per questo motivo, riferisce la Tarantola, lโazienda ha attivato la Commissione stabile per il codice etico. Poi lโex dirigente di Banca dโItalia ha proseguito in burocratese: โA completamento degli approfondimenti effettuati, la Commissione dovrร comunicare gli esiti dellโistruttoria al presidente del Cda, del collegio sindacale e della Vigilanza, i quali una volta ricevuta la relazione procederanno alle valutazioni di competenza e sottoporranno le proprie conclusioni al cda per le conseguenti determinazioniโ. Questo significa che esistono gli strumenti per cacciare Verro da Viale Mazzini, ma i tempi non saranno brevi, come chiedono il Movimento Cinque Stelle e il Partito democratico. Forza Italia, guidata da Renato Brunetta e Maurizio Gasparri, ha provato a interrompere la seduta perchรฉ Verro non ha confermato la paternitร di quel fax spedito da Viale Mazzini verso villa San Martino di Arcore. Il presidente Roberto Fico non ha tentennato: โNon ci penso proprio (…).
