ROMA – A casa Kyenge c’è aria di separazione. Domenico Grispino, ingegnere modenese, e sua moglie Cécile Kyenge, ministro per l’Integrazione, stanno risolvendo le loro questioni coniugali sui giornali.
Scrive Giacomo Amadori su Libero:
Ha iniziato Grispino che in una lunga intervista a Libero, sabato 7 dicembre, aveva criticato il Partito democratico della moglie Cécile, defindendolo «una macchina da soldi» e aveva contestato il rapporto tra il Pd e i suoi parlamentari costretti a finanziare il partito e far lavorare funzionari ad esso collegati. Ma si era anche lasciato andare a ricordi romantici e aveva rimarcato la cocciuta caparbietà e le capacità professionali della consorte oculista. Non deve essere bastato a Kyenge che con il settimanale Vanity fair, da oggi in edicola,ha inviato a Mimmo una specie di lettera di benservito: «Quello di mio marito è stato un colpo basso. Adesso si aprirà un momento di riflessione. (…).
Con quello che ha detto, chiunque si sarebbe sentita ferita». Alla domanda se il suomatrimonio sia ancora in piedi ha risposto in modo sibillino: «Al momento sì, anche perché ci sono le nostre figlie. Ma è troppo presto: le conseguenze delle dichiarazioni di miomarito si vedranno a tempo debito». Non è finita. Kyenge ha anche confessato che da quando è diventataministro «si è formato un altro equilibrio, dentro e intorno a me». Un’ammissio – ne che non farà certo dormire sonni tranquilli a chi sino allo scorso aprile ha condiviso il talamocon lei. Nell’intervista Kyenge si è tolta altri sassolini dalle scarpe: «Con miomarito abbiamo sempre avuto idee diverse, le discussioni erano all’ordine del giorno, ma erano tali, chiacchiere in famiglia. Sia chiaro: chi fa vera politica, in questa casa, sono io». Quindi ha spiegato questo momento di tensione con una lezioncina da Bignami di sociologia, cioè con la scarsa attitudine del maschio italico ad accettare al proprio fianco una donna in carriera: «Tante volte, per gli schemi in cui viviamo, se l’uomo ha il controllo economico va tutto bene. Se invece, a un certo punto, la donna si trova col timone in mano, qualcosa nella coppia cambia». Il ministro ha fatto a Mimmo una sola concessione, quando ha ammesso che le dichiarazioni del marito sul Pd non erano «menzogne», ma «una percezione diversa della realtà».
In ogni caso, alla fine, Cécile e Domenico faranno feste separate. «Maisha, Giulia (le figlie dei coniugi Grispino ndr)e io, quest’anno, passeremo un Natale diverso dal solito: andremo a servire il pranzo auna comunità che ospita senzatetto». Il capofamiglia non ci sarà. «Stupito? Per niente. Questa decisione Cécile l’aveva già presa da tempo» replica il marito con Libero. «Io non vado con loro perché devo occuparmi del nostro cane. Ma era prevista anche la mia presenza». Sua moglie sostiene che lei patisca questo suo momento di successo. Grispino non ci sta, lui che al polso porta il bracciale d’avorio da capotribù che gli ha donato il suocero: «Io non sono mai stato invidioso di nessuno: guadagnavo 900 mila lire al mese, ora percepisco 4 mila euro grazie al mio lavoro, senza dover fare politica ». Quella la fa Cécile… «Io non potrei mai, non ho scheletri nell’armadio, non ho capacità diplomatiche né un partito alle spalle». Grispino non ce l’ha fa proprio a controllare le parole. È un uomo ruspante e sincero, ma si capisce che quella moglie ormai così lontana gli manchi. «Non è vero che ci stiamo separando. Ci siamo sentiti anche ieri e abbiamo parlato delle cose di cui discutono un marito e una moglie. Cose normali, di gestione famigliare». Era a conoscenza dell’intervista di Cécile a Vanity fair? «Sì, ma non sapevo che cosa avrebbe dichiarato. Lo apprendo adesso da lei. Avevano chiesto di parlare anche con me, ma ho preferito lasciar perdere» (…)
