
ROMA – Ucciso perché “crociato”, quindi occidentale, cristiano. L’uccisione di Cesare Tavella, cooperante italiano, a Dacca in Bangladesh è una minaccia anche in vista del Giubileo. L’assassinio è stato rivendicato dall’Isis (anche se il Bangladesh nega che ci siano prove evidenti di collegamento) con i consueti toni farneticanti e ora il pensiero va ad eventuali azioni durante il maggior evento cristiano che si aprirà l’8 dicembre prossimo, il Giubileo. Spiega Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera:
L’analisi delle prime ore effettuata dall’intelligence è improntata alla cautela, senza però nascondere come la scelta dei terroristi di attribuirsi l’assassinio rappresenti comunque un segnale inquietante. Anche tenendo conto che solo qualche giorno fa le autorità locali avevano lanciato l’allarme per gli occidentali. Un messaggio tanto preciso da convincere la nazionale australiana di cricket a rinunciare a una trasferta programmata da tempo. E prima i servizi segreti di Londra, poi quelli di Madrid avevano diramato un’allerta destinata agli europei residenti a Dacca chiedendo di essere «prudenti soprattutto nella frequentazione di luoghi pubblici».
Ma a preoccupare gli analisti è soprattutto la definizione di «crociato» attribuito a Tavella. Perché viene messa in relazione con l’attività che il cooperante doveva svolgere in Bangladesh e soprattutto con la Ong per la quale aveva deciso di lavorare. Si tratta infatti della «Icco Cooperation», organizzazione non governativa olandese che crea opportunità per gli imprenditori del proprio Paese che vogliono avviare progetti negli Stati in via di sviluppo. E nella homepage del proprio sito internet si definisce «organizzazione interreligiosa di cooperazione». Ecco perché con il trascorrere delle ore prende corpo l’ipotesi che l’uomo sia stato scelto come bersaglio in quanto collaboratore di un organismo «cristiano» e come tale in cima alla lista degli obiettivi da colpire stilata dai leader del Califfato. Ed ecco perché tutto questo spaventa in vista del Giubileo.
