ROMA – La rassegna stampa di Blitz quotidiano. Le prime pagine, i commenti e gli editoriali de Il Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, Il Fatto Quotidiano, Il Manifesto…
La Repubblica: “Renzi: le quattro sfide Pd a Grillo”. Articolo di Carmelo Lopapa:
Leggi anche:ย Governo, Presidente, Camere: FAQ elezioni 2013, domande e risposte sul dopo voto
“La mia strada รจ dentro il partito, non sono interessato a scorciatoie e non ho intenzione di mollare Pierluigi. Matteo Renzi si presenterร stamattina alla direzione del Pd. ร il D-day delle decisioni importanti, dopo la vittoria che sa di sconfitta, giorno dellโatteso discorso del segretario Bersani a caccia di una via dโuscita dallโimpasse. Il sindaco di Firenze รจ arrivato giร ieri a Roma, in treno, ha raggiunto in taxi Palazzo Chigi per incontrare il premier Mario Monti, discutere del bilancio dei comuni ma inevitabilmente anche degli scenari. Oggi ascolterร il leader come gli altri dirigenti, il suo intervento รจ altrettanto atteso, in un partito confuso e che per certi versi guarda giร avanti. ยซNoi non dobbiamo inseguire Grillo, dobbiamo sfidarlo sul suo terreno, quello dellโinnovazione โ รจ la convinzione maturata in queste ore da Renzi โ In tutta la campagna elettorale ci siamo fatti dettare lโagenda da Berlusconi. Ora, con la campagna finita, non possiamo farcela imporre da Grilloยป”.
Mugugni, dissensi e timori lโipotesi nuove urne divide il Pd ma la resa dei conti รจ rinviata. Scrive Giovanna Casadio:
Leggi anche:ย Renzi: โIo premier? Non esiste, prima devo vincereโ
“Quelli che scherzano: โOra in streaming sul web, dobbiamo presentarci come hanno fatto i grillini?ยป. Ironia amara alla vigilia della Direzione democratica, per la prima volta trasmessa in diretta. Quelli che prendono atto della ยซgravitร del momentoยป e non hanno voglia neppure di una battuta. I fratellicoltelli, le correnti, le diverse anime ribollono nel โparlamentinoโ democratico. Siamo al punto di massima tensione. Perรฒ lo tsunami elettorale non consente vecchi copioni. Non ora, non oggi. Non piรน DโAlema e Veltroni contro, la musica รจ cambiata nelle urne.
Oggi cโรจ Renzi, che per la prima volta interverrร in Direzione. Non lascerร solo Bersani e appoggerร la linea di tentare un governo con i 5Stelle, anche se รจ la cosa che lo convince di meno: ยซMollo il segretario solo dopo che lโha lasciato Migliavacca…ยป, scherza il sindaco โrottamatoreโ. Maurizio Migliavacca รจ il capo della segreteria bersaniana, piacentino, fedelissimo, lโuomo a cui Bersani affida le patate bollenti. La rotta lโhanno discussa di nuovo insieme, ieri. Con lui si รจ confrontato il leader per limare quegli otto punti di governo – correzione delle politiche Ue; misure urgenti per il lavoro; riforme della politica; conflitto dโinteressi; diritti; green economy; scuola e ricerca – e per andare avanti nel tentativo di formare un governo conย lโappoggio dei grillini”.
Il Corriere della Sera: “La carta finale di Bersani”. Il fantasma senza tempo. Editoriale di Angelo Panebianco:
“Chi pensa che la democrazia necessiti di governi forti, dotati di tutti gli strumenti istituzionali necessari per attuare le proprie promesse elettorali, รจ un pericoloso golpista, un fautore di disegni autoritari, un nemico della ยซveraยป democrazia? Da piรน di trenta anni รจ sempre a questa domanda che siamo inchiodati tutte le volte che insorgono conflitti intorno a progetti di riforma costituzionale. Oggi, una classe politica con un piede nella fossa (come Grillo, graziosamente, le ricorda ogni giorno), potrebbe avere interesse a non dare a quella domanda la risposta che รจ fin qui sempre prevalsa.
Senza una radicale ristrutturazione delle loro offerte politiche, centrosinistra e centrodestra non riuscirebbero a invertire la corrente, a riconquistare i consensi perduti. Ma la ristrutturazione dell’offerta politica รจ possibile solo se vengono cambiate le regole del gioco. Diversi editorialisti di questo giornale hanno ricordato, nei giorni seguiti alle elezioni, che la condizione di stallo in cui siamo potrebbe essere avviata a soluzione, se si realizzasse uno scambio virtuoso (fra sistema maggioritario a doppio turno e semi-presidenzialismo). Se si trovasse la volontร politica, basterebbero pochi mesi per fare tutto. Poi si tornerebbe a votare.
Ma occorrerebbe un consenso almeno sul fatto che la democrazia necessiti di quella stabilitร che solo governi istituzionalmente forti sono in grado di assicurare, e che maggioritario e semi-presidenzialismo servono a quello scopo”.
Lo stallo nasconde una campagna elettorale che in realtร continua. La nota politica di Massimo Franco:
“Il Pdl di Silvio Berlusconi lo dice con un candore che ad altri manca: ยซPer noi la campagna elettorale non รจ finitaยป. Probabilmente, lo pensano tutti i partiti. E questo spiega, insieme con le percentuali da ingovernabilitร emerse dalle urne, perchรฉ sarร difficile, se non impossibile, formare una maggioranza parlamentare capace di proiettarsi almeno fino a metร legislatura. Dietro la volontร ostinata di Pier Luigi Bersani di tentare una coalizione con Beppe Grillo; dietro la disponibilitร berlusconiana di dare vita a un ยซgovernissimoยป; e dietro i ยซnoยป del Movimento 5 stelle a un’alleanza ยซcon i partitiยป, si scorgono calcoli di bottega. E sullo sfondo si stagliano le manovre per il Quirinale. La conferma viene dalla decisione berlusconiana di programmare una manifestazioni di piazza al mese.
Contro ยซl’oppressione fiscale e giudiziariaยป, annuncia il segretario del Pdl, Angelino Alfano, anche se il Cavaliere sta per rinominarlo Forza Italia. Pazienza se le due presunte ยซoppressioniยป mescolano in modo inestricabile i processi e il timore di una condanna di Berlusconi, e la politica economica. Sono comunque temi da spendere di fronte all’elettorato: fra pochi mesi o fra un anno”.
“Signor ministro Balduzzi del ministero della Salute, l’altra sera ho avuto modo di vedere il programmaย Le Ieneย e ho provato un senso di schifo e di vergogna nel sentire, sullo sfondo di una sua foto, il freddo comportamento da lei espresso attraverso il filo del telefono, dove era chiaro che lei facesse finta di non sentire colui che dall’altra parte del filo, il bravissimo Giulio Golia, tentava con ogni mezzo di stanarla dalla finzione. Ma lei niente da fareยป. Marco Occhipinti, autore e giornalista del programmaย Le Iene, aveva dato a Golia l’incarico di indagare sulla drammatica storia della piccola Sofia, una bambina di tre anni affetta da una malattia degenerativa che la sta portando alla morte in seguito a un atto scellerato da parte del pm Guariniello e del ministero della Salute che, in modo ancor piรน degenerativo della malattia stessa, ha bloccato l’UNICA cura in grado di migliorare le condizioni della piccola Sofia”.
“Due famiglie su tre, il 65% del totale, pensano di avere un reddito inferiore al necessario. Erano il 40% nel 1990. E non รจ un caso che tale disagio – riscontrabile in tutta la penisola – sia piรน elevato al Sud, nei nuclei con il capofamiglia meno istruito, disoccupato o pensionato. ร la povertร che avanza spinta dalla crisi, partendo dalle zone tradizionalmente piรน arretrate. A denunciarla, una volta di piรน, sono due studi della Banca d’Italia, che non si limita perรฒ a segnalare gli allarmi sull’impossibilitร di vivere con dignitร , provenienti da una parte crescente della popolazione, complici la recessione e l’aumento della disoccupazione, giร in qualche misura conosciuti (l’indagine รจ sui redditi del 2010). Ma analizza, verificando i significativi dati sul crollo della propensione al risparmio, il cambiamento sociale ed economico dell’Italia negli ultimi vent’anni. Perchรฉ – ed รจ la tesi dei ricercatori di Palazzo Koch – la crisi ha solo accelerato un processo di impoverimento iniziato da tempo con il rallentamento della crescita e della competitivitร ”.
“Era tornato nel suo Venezuela per morire, una decina di giorni fa, dopo una quarta e inutile operazione a Cuba. Hugo Chรกvez Frias, presidente del Venezuela dal 1999, รจ spirato ieri pomeriggio a Caracas, quando in Italia erano le 23. Avrebbe compiuto 59 anni il prossimo 28 luglio. L’annuncio in catena nazionale รจ giunto dal suo vice Nicolas Maduro, scoppiato in lacrime durante il discorso. Era dunque serio e imbattibile il tumore che ha colpito Chรกvez per la prima volta nel 2011, e sul quale a tutt’oggi non esiste una informazione medica ufficiale. Ma esperti concordano che si รจ trattato di un raro sarcoma, iniziato nella regione del bacino e poi finito per metastasi a colpire altri organi.
La Costituzione del Venezuela prevede che i poteri passino temporaneamente al presidente del Congresso Diosdado Cabello il quale dovrebbe indire nuove elezioni entro un mese. Poichรฉ Chรกvez รจ morto da presidente in carica a tutti gli effetti โ non ha mai ceduto i poteri, nemmeno temporaneamente durante la malattia โ il Venezuela entra adesso in una delicata situazione di diarchia. Perchรฉ l’erede designato da Chรกvez รจ Maduro, ed รจ lui che si dovrebbe presentare alle prossime elezioni alla guida del Psuv, il partito socialista. Cabello e Maduro rappresentano le due anime distinte del chavismo che tenterร di sopravvivere al suo creatore: militare il primo, politico e legato all’ideale socialista il secondo”.
“Aย circa una settimana, ossia da quando sono stati resi noti i risultati elettorali, tutte le forze politiche si comportano come se lโeconomia non esistesse: lโattenzione รจ pressochรฉ totalmente indirizzata a uscire dal vicolo cieco in cui la politica stessa si รจ cacciata, senza alcuna vera attenzione nรฉ per la crisi economica nรฉ per le regole e i vincoli di unโeconomia che, come le altre dellโUnione Europea, non puรฒ piรน dirsi totalmente sovrana, risultando vincolata da regole che non รจ possibile trasgredire disinvoltamente.
Un atteggiamento del genere rischia di distruggere in poche settimane il risultato di un anno e piรน di sacrifici: lโItalia ha riacquistato credibilitร ma deve prendere a prestito quasi un miliardo di euro al giorno solo per rifinanziare il debito in scadenza, unโoperazione che giร รจ ridiventata sensibilmente piรน cara. In queste condizioni il dialogo con lโEuropa non puรฒ essere condotto burocraticamente; al tavolo devono sedere un presidente del Consiglio e un ministro dellโEconomia pienamente legittimati, ossia in grado di impegnarsi sulla base di un sostegno generale espresso dal Parlamento con un voto di fiducia”.
“Lโautopresentazione dei parlamentari di Grillo in diretta tv da un albergo della Capitale (ยซCiao, sono Diego, in quanto sommelier mi vorrei occupare di agricolturaยป) ha dissolto in un istante decenni di polverosa comunicazione politica. Siamo in grado di anticiparvi lโintervento degli eletti della lista Monti che si raduneranno oggi a Roma in un esclusivo monolocale del centro”.
“Uno che indossava lโuniforme di colonnello ma, contemporaneamente, vestiva anche i panni istituzionali di Presidente: quella parola, dentro cui sta pure una netta definizione politica, รจ ยซCaudilloยป. Noi europei, questa etichetta la ricordiamo soprattutto appiccicata allโultimo dittatore dei nostri paesi, Francisco Franco ยซCaudillo de Espanaยป, che morรฌ nel novembre del โ75 aprendo (involontariamente) la strada al ritorno della democrazia; ma i Caudillos sono in realtร figure legate alla storia politica e sociale dellโAmerica Latina, retaggio di quei poteri che il colonialismo iberico aveva consegnato alle terre su cui aveva dominato con la spada e con la croce”.
“Ieri, da ben due articoli di Repubblica firmati da Maltese e Serra, abbiamo appreso che il Fatto tifa, anzi addirittura โgongolaโ per un governo Passera. Vorremmo rassicurare i lettori e gli amici Maltese e Serra. Passera ci รจ bastato e avanzato come ministro del governo Monti (tra ponte sullo Stretto, mancata asta sulle frequenze tv e indagini per frode fiscale), peraltro appoggiato ventre a terra da Repubblica che ora ci accusa di auspicare lโinciucio Pd-Pdl mentre ne ha sostenuto uno identico fino allโaltroieri. Siccome siamo un giornale e diamo notizie, quella di Passera capo di un governo del Presidente, o tecnico, o di scopo รจ unโipotesi che circola insistentemente nel Palazzo. Dunque lโabbiamo registrata, anche se non ci piace. Non ci piace nemmeno che abbiano incendiato la Cittร della scienza a Napoli, ma purtroppo รจ accaduto e ne informiamo i lettori, sperando che per questo nessuno ci accusi di averla bruciata noi. Il malvezzo di confondere i fatti con le opinioni altrui รจ tipico di chi รจ abituato a fare cosรฌ in proprio. Per esempio, a dipingere Grillo & C. come fascisti fino al giorno delle elezioni, poi a elogiarli e vezzeggiarli dal giorno dopo nella speranza che facciano da stampella a un governo Bersani, poi a ridipingerli come fascisti quando annunciano che non lo faranno”.
“Niente da dire, cโรจ voluto un bel poโ di tempo perchรฉ la terza sezione civile della Cassazione si pronunciasse su una causa intentata al Giornale da Ilยญda Boccassini, procuratore aggiunto a Milano. Ma finalmente, implacabile, la mannaia della legge, una volta tanto aliena da smemoratezze, si รจ abbattuta su questa nostra testata e su noi giornaยญlisti diffamatori. Nella vicenda, che risaยญle al secolo scorso- 1999- sono coinvolยญto personalmente perchรฉ allora ero diยญrettore responsabile delย Giornaleย e dunque punibile per non avere censuยญrato un articolo di Salvatore Scarpino dal titolo ยซColpevole a tutti i costiยป. Il colpevole a tutti i costi era Silvio Berluยญsconi: oggetto secondo Scarpino, ma anche secondo innumerevoli osservaยญtori – compresi alcuni che al centrodeยญstra erano estranei o addirittura ostili ยญdโun accanimento giudiziario senza precedenti. Accanimento definito da Scarpino una vera e propria guerra. La signora Boccassini, nota per il marmoยญreo riserbo su quanto atteneva e attieยญne alle sue preferenze politiche, sโรจ senยญtita offesa dal sospetto dโuna affiliazioยญne alla sinistra- dai piรน ritenuta evidenยญte – ed รจ ricorsa alle vie legali. Cosรฌ รจ acยญcaduto che il Giornale , io e Scarpino fosยญsimo condannati in primo grado a 50mila euro di risarcimento, diventati 100mila in appello e adesso confermaยญti definitivamente dalla Suprema Corยญte”.