Intervistato e punzecchiato da Fabrizio D’Esposito per Il Fatto Quotidiano, Claudio Velardi, lobbista ed ex dalemiano, non risparmia giudizi impietosi proprio verso Massimo D’Alema e la vecchia classe dirigente del Pd, (fra i quali en passant Walter Veltroni), che secondo Velardi viene messa a nudo nei suoi aspetti peggiori dalla candidatura di Matteo Renzi alle primarie:
Un amore sfiorito, scivolato verso un acronimo che suona crudele e ingrato: GD. Che sta per Grande Distruttore. Questo oggi è Massimo D’Alema per il suo ex spin doctor Claudio Velardi. Di buon mattino, ieri Velardi sul sito The Front Page aveva previsto tutto: “Ha parlato con la Stampa, poi magari farà qualche mezza smentita”. Velardi, di professione lobbista, senza più l’ufficio a Palazzo Grazioli, segue la contesa nel Pd con un diario giornaliero, Il Primario, e D’Alema è appunto GD.
D’Alema minaccia Renzi.
Non ha senso fare un’intervista politica su D’Alema.Perché?
Non ha più nulla di politico. E lo dico con un affetto antico che sconfina nella tenerezza e nella pena.Addirittura.
La via che ha imboccato è una deriva triste e biliosa. Ormai siamo nella psicologia.Faccia il profiler.
È del tutto evidente che odia Renzi.E Renzi odia lui.
No, Renzi è un giovane scaltro che utilizza D’Alema per fare cassetta. Ma non se ne frega nulla di lui.E D’Alema se n’è fatta una malattia.
La malattia di D’Alema è la politica. Una passione morbosa.Un’ossessione.
Non è in pace con se stesso. D’Alema viene dal Pci, non ha un altro mestiere da fare. Questo è il loro problema.Il loro?
Sì, il loro, di D’Alema e tanti altri del Pd. La loro tragedia è questa: non hanno un altro lavoro e hanno già 60 anni. In 20 anni hanno consumato la loro età migliore al potere.Invecchiano male.
Si sono consumati al punto tale che l’opinione pubblica li percepisce come ottantenni. E loro continuano a pensare che la politica sia la cosa più importante della vita.L’amore per la polis.
Una cazzata. Non sono capaci di stare da soli con se stessi. E D’Alema è il più ingenuo di tutti.Il più ingenuo?
Sì, è uno che si espone. Arriva persino a usare argomenti giustizialisti contro Renzi. Non è un paraculo come altri del Pd.Chi?
Indovini?Veltroni.
Veltroni non ha detto una parola su Renzi e Bersani. Lascia che il male assoluto sia D’Alema. E Massimo ci è cascato.Un vero ingenuo.
Non è quel furbacchione che voi dipingete. Ha carisma, è vero, e perciò si parla sempre di lui. Ma è uno che si fida, come la storia delle interviste a Geremicca della Stampa.Racconti.
Geremicca è amico mio e suo. Nel Duemila D’Alema premier disse a lui che il centrosinistra avrebbe vinto alle regionali per 10 a 5. In caso contrario si sarebbe dimesso.Vinse il centrodestra 8 a 7.
E noi andammo a casa per un pezzo di Federico. La storia si è ripetuta oggi. Colloquio poi smentita. Tutto previstoVi sentite ancora?
Non più, ma mi fa male vederlo incattivirsi così.Lei ha scritto: “Salviamo il soldato D’Alema”.
Aveva deciso di non ricandidarsi. Un bel gesto, finalmente un atto di furbizia. Tutta la corte dei miracoli sarebbe stata costretta a tirarsi fuori.Ci ha ripensato.
È la paura del vuoto. Gli altri suoi colleghi della Terza Via, da Clinton a Blair, girano il mondo a fare conferenze, guadagnando palate di soldi. Lui è costretto a fare polemiche con Renzi e poi a smentirle per non apparire provinciale.Renzi vincerà?
Può vincere o perdere, ma vincerà comunque domani. L’anagrafe conta.Non c’è scampo.
Tutto il sistema politico italiano sta invecchiando male.Berlusconi come D’Alema.
Il Cavaliere sa perfettamente di essere finito.Lavoravate nello stesso edificio, Palazzo Grazioli.
A 40 anni volevo un lavoro per non vivere più di politica.Lobbista.
Lobbismo trasparente e lecito.Un lavoro lei ce l’ha, D’Alema no.
Ed è questo il problema vero. E ha solo 60 anni.