
ROMA – I giudici della II sezione del Tar hanno dichiarato illegittima la valutazione di 1.177 elaborati del concorso, bandito nel 2010 dal Comune, per il conferimento di 136 posti di architetto e rientrante nella maxi-assunzione di 2.000 figure professionali. Si tratta di una tranche del cosiddetto “concorsone”, già finito al vaglio dei magistrati amministrativi e della Procura per presunte irregolarità in merito alla selezione di 300 aspiranti vigili.
In sostanza, come spiega Michela Allegri sul Messaggero,
il Campidoglio dovrà nominare una nuova commissione che proceda alla ricorrezione del primo test scritto, che si è svolto nel 2013 e in cui i partecipanti erano passati in massa ottenendo praticamente lo stesso punteggio, che oscillava tra 7 e 7,30.
Nel mirino dei giudici, è finita proprio quella strana valutazione: «L’appiattire in modo illogico – atteso come non sia plausibile ipotizzare che tutti i 1.177 candidati di un concorso abbiano redatto prove dal valore identico o quasi identico – le valutazioni attribuite, ha determinato un’irragionevole minore incidenza dei risultati delle prove scritte sull’esito finale della procedura concorsuale, e la violazione della norma che impone di non attribuire ai titoli un “peso” complessivo superiore ad un terzo», si legge nella sentenza. Essendo infatti un concorso per titoli, oltre che per esami, a fare la differenza sono anche le esperienze professionali. Il “7 politico”, in pratica, avrebbe nettamente favorito chi fosse già alle dipendenze del Comune, magari con un contratto a tempo determinato.
Non è la prima volta che le procedure relative al concorso per architetti finiscono al vaglio del Tar. Nell’ottobre 2014, l’amministrazione aveva annullato in autotutela una precedente graduatoria, procedendo alla riformulazione della classifica. Per stilare la lista degli idonei era stato infatti adottato il criterio della “somma aritmetica” dei voti, giudicato illegittimo dal Tar e sostituito con quello della “media dei voti delle due prove scritte” (…)
