Il Corriere della Sera: “La scure della Consulta sul Porcellum”. L’estremo rimedio. Editoriale di Michele Ainis:
“Ora le anime belle dei partiti metteranno alla berlina la Consulta. Ne denunceranno l’ingerenza, l’invadenza, la supplenza. No, è la loro assenza che va piuttosto denunciata. È il vuoto politico che ha tenuto a galla per tre legislature una legge elettorale che costituisce di per sé un insulto alla democrazia. Perché non siamo più elettori, quando non possiamo decidere gli eletti. E perché i rappresentanti non rappresentano nessuno, quando per entrare in Parlamento usano il vecchio quiz di Mike Bongiorno ( Lascia o raddoppia? ), grazie a un premio di maggioranza che premia in realtà una minoranza.
Certo, sarebbe stato meglio, molto meglio, che a scrivere le nuove regole del gioco fossero state le assemblee legislative. Nell’inerzia delle Camere, al limite avrebbe potuto provvedervi con decreto lo stesso esecutivo, dato che ogni decreto va pur sempre convertito in legge. Una sentenza costituzionale non è la via maestra, non è mestiere della Consulta scrivere le leggi elettorali. Ma fra il nulla e la sentenza, meglio la sentenza. Alla fine della giostra, è infatti di questo che si tratta: un rimedio estremo rispetto a un danno estremo. Dunque un insuccesso per la democrazia dei partiti, un successo per lo Stato di diritto. Significa che dopotutto c’è ancora un giudice a Berlino, come sospirava il mugnaio di Potsdam”.
Senza riforma è messo a rischio tutto il sistema. L’analisi di Massimo Franco:
“La tentazione che sta emergendo non è solo di correggere il sistema elettorale bocciato ieri dalla Consulta, ma di additare come «abusivo» il Parlamento emerso dal voto del febbraio scorso. D’altronde, se domenica il sindaco di Firenze, Matteo Renzi sarà eletto segretario del Pd, i leader dei tre maggiori partiti risulteranno «extraparlamentari»: infatti non siedono alle Camere nemmeno Beppe Grillo e Silvio Berlusconi, appena decaduto da senatore. Eppure toccherà a loro, dall’esterno, affrontare il tema della riforma dopo la sentenza con la quale ieri la Corte costituzionale ha bocciato il sistema attuale: il cosiddetto «Porcellum», ritenuto illegittimo per un premio di maggioranza che non fissa la soglia minima per farlo scattare; e per l’impossibilità di esprimere la preferenza per l’uno o l’altro candidato.
La spinta a concordare una nuova legge dovrebbe prevalere su tutto. Ma non è scontato che avvenga; e se allungherà la legislatura o la farà finire a primavera”.
La prima pagina di Repubblica: “Via il Porcellum, era una legge truffa”.
La Stampa: “Consulta, due no al Porcellum”.
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Il Giornale: “Decade il parlamento”. Editoriale di Alessandro Sallusti:
“Troppo entusiasmo, troppa fretta di chiudere la partita. E quando si fa i gigioni, se non la storia, la cronaca presenta il conto. I parlamentari della sinistra avevano ancora in bocca il sapore dello champagne col quale avevano brindato alla decadenza di Silvio Berlusconi, da loro voluta e votata, che si ritrovano tutti decaduti, loro e i loro colleghi di ogni partito. Una beffa firmata Corte costituzionale, che ieri ha emesso, a sorpresa, una sentenza choc: la legge elettorale, il famigerato porcellum, è illegittimo. Tecnicamente, e soprattutto politicamente, quello attuale è un Parlamento illegale. E se vogliamo estendere il principio, sono da considerare nulli anche i suoi atti. A partire dall’elezione del capo dello Stato. Napolitano, insomma, è un abusivo, abusivi sono i senatori a vita da lui nominati, abusiva è la defenestrazione di Berlusconi da senatore. Ma soprattutto è abusiva l’egemonia numerica del Pd, figlia del premio di maggioranza (148 deputati) dichiarato ieri incostituzionale. Di conseguenza, è illegittimo il governo Letta. Povera sinistra, vigliacco che una volta riesca a vincere una elezione in modo chiaro e stabile. La sfiga la perseguita, la bracca e ogni volta che è lì per farcela arriva la tranvata. Già, perché la sentenza di ieri manda a gambe all’aria tutti i piani per il dopo Berlusconi”.
Il Fatto Quotidiano: “Porcellum, Parlamento, Colle, Governo. E’ tutto incostituzionale”.
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