
ROMA – “I messaggi sono contrastanti, da elettrocardiogramma impazzito – scrive Walter Passerini della Stampa – Oggi i punti fermi Istat sono: il 12,7% di disoccupazione generale, il 42,6% di disoccupazione giovanile. Dovremo rassegnarci: leggere ogni mese i dati ci rende prigionieri delle montagne russe, costringendoci a emozioni e colpi di scena a ritmo serrato”.
L’articolo di Walter Passerini: Solo lunedรฌ il governo celebrava 79mila assunzioni a gennaio e febbraio 2015, ma ieri lโIstat ha precisato che sono dati non confrontabili perchรฉ ยซsono di diversa natura e non necessariamente significano nuovi occupati; possono anche essere transizioni dal tempo determinato e altri tipi di contrattiยป. La lotteria dei numeri crea sconcerto e offusca le tendenze. A febbraio sono calati di 44 mila unitร gli occupati, quasi tutte donne, rispetto a gennaio, ma a preoccupare รจ la disoccupazione giovanile salita di 1,3 punti su gennaio, proprio nel bimestre in cui trionfano gli incentivi della legge di Stabilitร (sconto di 8060 euro lโanno per assunto, 24 mila euro nel triennio). Evidentemente il doping da solo non basta, dobbiamo attendere il boom dei contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti partito il 7 marzo.
La spia delle difficoltร
ร la questione giovanile la spia e la metafora delle difficoltร , anche perchรฉ il mitico e miracoloso contratto per neo-assunti non รจ detto che darร lavoro soprattutto ai piรน giovani. Intanto a febbraio i giovani occupati sono sempre pochi (868 mila tra 15-24 anni), 40 mila in meno rispetto allโanno precedente e 34 mila in meno su gennaio. Il tasso di disoccupazione รจ al 43%, mentre lโoccupazione scende al 14,6% (solo un giovane su sette lavora). E nel contempo salgono gli inattivi a 4,4 milioni, aumentando di 35 mila unitร in un anno e di 20 mila in un mese (dentro ci sono 2 milioni di Neet). Ma le fotografie non servono, ci vuole la macchina da presa che colga il movimento e la nascita di un nuovo dualismo tra tutelati e non. Ora le attese sono sul contratto a tutele crescenti e senza lโarticolo 18, che metterร il turbo anche grazie agli sconti contributivi. Un anno fa aveva fatto terra bruciata il contratto a tempo determinato, reso piรน facile e passepartout di tutte le assunzioni: tre anni di flessibilitร senza causale.
Non a caso il contratto a termine ha cannibalizzato gli altri contratti (sette su dieci). Ora il nuovo contratto lo sostituirร ? Diventerร la formula regina? Forse, ma i giovani potrebbero venire emarginati. Lโipotesi viene ventilata dal mondo delle imprese che, cercando di trarre il massimo vantaggio dalle novitร , faranno sรฌ assunzioni con il nuovo contratto superscontato, ma sceglieranno bene le persone da assumere con grande selettivitร (…).
