ROMA – Renzi ottiene la fiducia al Senato, e oggi i giornali si schierano. Il Corriere della Sera parla di “Scelte radicali”, Repubblica punta sulla rottamazione (“Basta vecchia politica”). Piรน pratica La Stampa: “”Scuola e fisco, le sfide di Renzi”.
Dall’altra parte della barricata il Fatto Quotidiano (Renzi promette, ma con quali soldi?) e il Giornale: “Premier furfante”.
Ecco le prime pagine:
Il Corriere della Sera: “Renzi ottiene la fiducia: Scelte radicali”. Le parole non contano. Editoriale di Massimo Franco:
Non serve a molto analizzare la qualitร del discorso di Matteo Renzi in Parlamento. Era scontato che pagasse qualcosa allโinesperienza, allโemozione, e al modo convulso e controverso col quale รจ approdato alla presidenza del Consiglio. Il giudizio su di lui non si baserร su quanto ha detto ieri, ma su quello che riuscirร a fare da oggi. La sua apparizione alle Camere consegna lโimmagine di un leader fin troppo sicuro di sรฉ; determinato a scuotere lโItalia; e accolto da gran parte dei senatori con un impasto di curiositร , diffidenza e perplessitร : tanto piรน che il premier non ha nascosto di volere una riforma per svuotare il ruolo del Senato.
La fiducia nei suoi confronti, dunque, non puรฒ che essere unโapertura di credito e un antidoto alla disperazione di una classe politica e di un Paese impantanati nelle proprie contraddizioni. ร un poโ troppo autoconsolatoria lโidea di un ยซPalazzo del potereยป lento e sconnesso da una societร italiana raffigurata come dinamica. Il sospetto รจ che ci si trovi a dover combattere una mentalitร appartenente non solo alla politica ma anche a pezzi consistenti della cosiddetta classe dirigente e dellโopinione pubblica. Per questo รจ cosรฌ difficile sradicarla affidandosi unicamente a categorie come ยซvelocitร ยป e ยซgioventรนยป.
Renzi si propone come lโuomo chiamato a dare lโestremo colpo dโaratro a un terreno duro, a rischio di desertificazione. ร convinto di farcela perchรฉ altrimenti si aprirebbe la strada delle elezioni anticipate, che un Parlamento sotto accusa vede come un attentato alla propria sopravvivenza; e perchรฉ si consoliderebbe un declino del quale si colgono giร indizi drammatici. I suoi progetti, tuttavia, si sono rivelati cosรฌ indeterminati da lasciare uno sconcerto diffuso. Piรน che un programma รจ stata illustrata una lista di titoli, elencati con una miscela di passione, confusione e propensione allโazzardo.
La prima pagina di Repubblica: “La sfida di Renzi: basta vecchia politica”.
La Stampa: “Scuola e fisco, le sfide di Renzi”.
Il Fatto Quotidiano: “Renzi sogna e promette. Ma con quale soldi?”
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Il Giornale: “Premier furfante”. Editoriale di Alessandro Sallusti:
Per dirla alla Maurizio Milani, il migliore dei comici in circolazione, ieri tre quarti dei parlamentari e molti prestigiosi commenยญtatori hanno ยซscherzatoยปRenzi per il suo diยญscorso di fiducia. Lo hanno bollato come discorso ยซpoco altoยป, ยซda sindacoยป, ยซda capo boy scoutยป, non autorevole nei contenuti e non solenne nella mimiยญca. Poveretti. Che brutti scherzi fa lโinvidia. Rosicavaยญno da matti, loro che hanno fatto la questua per un posto in lista da peones, nel vedere un ragazzino nepยญpure parlamentare sullo scranno piรน alto. E allora giรน con i giudizi classisti, eccoli scandalizzarsi per quella mano in tasca o per gli aneddoti personali fuoยญri luogo nel tempio della politica. Aggiungo anche io un piccolo aneddoto. Proprio ieri ero a colazione con un imprenditore che, partenยญdo da un titolo di studio di terza media, ha messo su un impero.Mi ha confessato che ventโanni fa si innaยญmorรฒ di Berlusconi perchรฉ per la prima volta in vita sua sentiva un politico ยซparlare cosรฌ semplice che anยญche io lo capivoยป. E poi basta ricordare che Mario Monti, per citarne uno, fece un discorso di insediaยญmento talmente alto e autorevole che neppure lui lo capรฌ, almeno a giudicare dai risultati ottenuti. Sicuraยญmente non lo avevano capito gli italiani che infatti, alยญla prima, occasione lo umiliarono nelle urne. Il problema di Renzi non รจ la qualitร oratoria del suo discorso di ieri (lui parlava agli elettori, non alla platea che aveva davanti). E neppure che non ha detยญto nulla di concreto,ย cosa peraltro vera. Un buon poliยญticoยญnon svela a una assemblea di politicanti vendicaยญtivi le sue vere carte.ย ร giovane, ma non รจ fesso. Sta teยญnendo gli alleati ( e pure il suo partito) sulla corda. Sta nel vago,in modo che tutti siano un poโ delusi ma nesยญsuno deluso al punto da pugnalarlo in culla. Insomยญma, continua nel gioco che gli riesce meglio: prendeยญre per i fondelli amici e avversari ( distinzione che peยญraltro nella sua ambiziosa e cinica testa non esiste).








