ROMA – “Non solo cacciati dalle proprie case, ma pure costretti a cederle a prezzi stracciati – scrive Fausto Biloslavo del Giornale – come capitò agli ebrei in Germania alla vigilia della seconda guerra mondiale”. “I cristiani iracheni in fuga, nella speranza di un visto per l’Europa, vendono le loro case nella piana di Ninive occupata dallo Stato islamico – rivela padre Zoher Naser ad Erbi – capitale del Kurdistan”.
L’articolo di Fausto Biloslavo:
(…) La lista delle nefandezze sulla pelle dei cristiani è lunga. «Un’ambulanza per i nostri confratelli è ferma da tempo al confine turco. Sabato scorso hanno bloccato mezza tonnellata di medicinali e attrezzature della Lega biblica libanese all’aeroporto di Erbil», sottolinea padre Naser. I curdi vogliono che gli aiuti umanitari passino attraverso le loro maglie «beneficiando chi preferiscono. Ed i medicinali per i cristiani potrebbero finire venduti sottobanco» rincara la dose il rogazionista.
Per non parlare della sorte dei villaggi cristiani sul fronte. Telleskef, ad una trentina di chilometri da Mosul, ospitava 1500 famiglie. Per quasi un mese è stato occupato dallo Stato islamico che ha portato via tutto il bestiame. Poi sono arrivati i combattenti curdi e molti denunciano che è pure peggio. «Il Califfato aveva rubato in qualche casa. I peshmerga le hanno saccheggiate tutte», protesta Rustam Shamoon Sheya, un ingegnere che ha una villa a Telleskef. Testimoni oculari li hanno visti andarsene con il bottino. «I terroristi si sono portati via il televisore al plasma, ma i curdi hanno depredato sette volte casa mia», denuncia il poveretto.
Dopo l’intervento del patriarca il presidente del Kurdistan, Massoud Barzani, ha ordinato ai suoi di «proteggere i cristiani come fratelli». Nelle strade desolate del villaggio fantasma si incontra qualche sfollato che recupera sedie, tavoli e un frigorifero con un’immaginetta di Cristo scampati alle razzie. In una zona di casette a schiera le macerie testimoniano le ferite della guerra, ma non mancano cancelli divelti di abitazioni saccheggiate con la croce sulla porta. All’interno, la razzia ha buttato tutto all’aria. Un rosario appeso al muro sovrasta il caos dell’armadio svuotato alla rinfusa per cercare qualcosa di valore. A casa dell’ingegnere hanno spezzato in due un crocefisso ed i cristiani in fuga si sono lasciati alle spalle pure le ciabatte sulle scale (…)