Csm, governo in pressing per modificare le regole

Il Consiglio superiore della magistratura

ROMA – Sulla carta è l’ultimo dei dodici punti della riforma della Giustizia che manca all’appello: modificare il Consiglio superiore della magistratura. Un tassello non di poco conto, perché a parole tutti si dicono contrari ai veti incrociati delle correnti della magistratura, ma alla prova dei fatti quando si tratta di decidere su carriere e nomine le difficoltà sono sempre le stesse.

Anzi, una nuova corrente – Autonomia e indipendenza, che fa capo a Piercamillo Davigo – si è aggiunta a seguito della frattura interna a Mi, la corrente più conservatrice guidata fino a due anni fa dall’attuale sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri.

Come riporta Silvia Barocci sul Messaggero,

sulla necessità di presentare un testo per riformare il Csm è ora in pressing Ncd, col viceministro Enrico Costa, e anche il Guardasigilli Andrea Orlando non ha abbandonato il progetto. Approvati i decreti sul civile, sulle carceri, il ddl sulla responsabilità civile, avviato l’esame dei testi su prescrizione, processo penale ed intercettazioni, resta soltanto mettere nero su bianco quale debba essere il futuro sistema elettorale dell’organo di autogoverno della magistratura e come cambiare il disciplinare. Nel frattempo, però, il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini ha deciso di precorrere i tempi e di avviare una sorta di ”autoriforma” di Palazzo dei Marescialli.

Un progetto ambizioso, che va di pari passo con l’enorme sforzo del Csm alle prese con la nomina, entro il 2015, di circa 500 nuovi capi di uffici direttivi e semidirettivi, conseguenza del taglio dell’età pensionabile dei magistrati da 75 a 70 anni. Legnini ha già avviato uno studio per riscrivere il regolamento del Consiglio con l’obiettivo, tra l’altro, di puntare sulle buone pratiche per le progressioni in carriera dei magistrati e per le nomine dei vertici. Quanto alla sezione disciplinare, non potranno farvi parte quei consiglieri che decidono sulle promozioni delle ”toghe”. Basterà? Un’autoriforma basata sulla modifica del regolamento non può di certo arrivare a comprendere un nuovo meccanismo elettorale del Csm. Al ministero della Giustizia presto si insedierà una commissione che comincerà a ragionare sulla riforma dell’ordinamento giudiziario e, probabilmente, anche del Csm. Ncd è in pressing sul punto, come lo è per la riforma delle intercettazioni (…)

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FIlippo Limoncelli