
ROMA – Non sarà in discesa il semestre italiano di presidenza europea, almeno su uno degli obiettivi dichiarati da Matteo Renzi, quello di ridiscutere il Patto di stabilità.
Si è capito ieri, 5 giugno, dai toni di Wolfgang Schäuble dopo il bilaterale con il suo omologo italiano Pier Carlo Padoan, quando ha continuato a glissare sul tema specifico, e ha insistito per l’ennesima volta sulla necessità di fare le riforme. Pur riconoscendo la necessità di aprire nuovi spazi per la crescita e per combattere la disoccupazione, il ministro della Cdu ha detto che “le riforme sono decisive e quelle le devono fare i governi” e ha spiegato che il semestre italiano servirà ad avviare una fase di riflessione su come favorire investimenti, ma ha sottolineato due volte che “non devono essere solo quelli pubblici”.
Padoan, su questo, ha invece precisato che “crescita e occupazione sono obiettivi prioritari” per il semestre di presidenza italiana che comincia il 1 luglio. “Non ci sono scorciatoie”, ha aggiunto, spiegando che occorre “sfruttare tutti gli strumenti a disposizione”.
Scrive Tonia Mastrobuoni sulla Stampa:
La riflessione sugli investimenti in realtà c’è, rimbalza tra le scrivanie dei ministeri europei, si stanno cercando di individuare i possibili ambiti di intervento per poi capire dove ricavare le risorse. Soprattutto, Padoan sta cercando anche altre alleanze in Europa su temi spinosi come il Patto. Ma il punto è politico: d’un lato, è vero che una parte del governo tedesco, Merkel compresa, riconosce la necessità di avviare una «fase due» che favorisca la ripresa. In particolare, è favorevole a un cambio di rotta meno rigorista una fetta della Spd, tanto che lo Spitzenkandidat alle elezioni europee Schulz aveva fatto della discussione sul Patto un tema di campagna elettorale.
Ma in Germania è balzato al 7% anche un partito cresciuto sulla retorica anti-euro e ultrarigorista, l’Afd, che insidia l’elettorato della cancelliera. Schäuble, al momento, fa ancora da diga contro le loro istanze mantenendo una certa rigidità sui dossier europei. E finché la Spd continuerà a delegare sostanzialmente a lui e alla cancelliera il dossier europeo, bisognerà procedere con cautela, sulla via del rilancio.
