Degrado, Colle Oppio si ribella: “Accampamenti illegali vanno rimossi”

ROMA – Gli zingari che occupano pezzi di Roma sono diventati un simbolo dei tormenti di una grande città, lacerata fra le proteste dei cittadini e i diktat dei burocrati che soffocano l’ Europa. E sono anche, e non da ieri, un problema non da poco per il sindaco di Roma Ignazio Marino.

Gli zingari al centro della ultima contesa in termini politicamente corretti sono individuati da Laura Larcan sul Messaggero come Rom e Sinti, ma per i cittadini la differenza conta poco:

Sono stanchi, arrabbiati, ma soprattutto increduli. Non capiscono come sia possibile che a cento metri dal Colosseo si possa tollerare un parco infestato da tendopoli con bivacchi di clandestini e rifugiati richiedenti asilo politico lasciati al freddo tra scarse condizioni di igiene e una totale assenza di sicurezza. Si sono dati appuntamento almeno un centinaio di residenti, per una fiaccolata contro il degrado. Tante voci dei vari comitati e associazioni di abitanti del rione per gridare basta agli accampamenti abusivi. Tanto più nel giorno in cui il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa Nils Muiznieks ha inviato ieri una lettera al sindaco Ignazio Marino chiedendo uno stop agli «sgombri forzati» e ai campi nomadi improvvisati: per Rom e Sinti «si devono trovare soluzioni abitative ordinarie», ma bisogna «vagliare tutte le soluzioni per risolvere la questione dei rifugiati».

E i residenti sono furiosi. «Colle Oppio libero dal degrado». «Basta finta solidarietà». I ragazzi sorreggono gli striscioni. I papà, le mamme e i nonni li seguono, ciascuno con la sua fiaccola accesa. Un piccolo grande corteo di luci tremolanti che ha sfilato ieri sera lungo viale del Monte Oppio, sfidando il freddo pungente che si insinua dopo il tramonto. E sfidando anche quel pizzico di paura che il Colle Oppio regala quando cala il buio. «Sembra davvero – si lamenta Giovanni Pacini – di stare nel terzo mondo, è diventato una tendopoli con centinaia di immigrati che si spartiscono i settori Docce e lavanderie e giacigli». «Il Colle Oppio si è trasformato in una latrina a cielo aperto, il parco giochi per i bambini è inavvicinabile, staccano pezzi di legno dalla staccionata per accendere i fuochi», aggiunge Mario Grego (…)

 

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FIlippo Limoncelli