ROMA – Un’ottantina di modelli, quelli più diffusi in Italia, di otto marchi: dopo gli Usa che ha messo sotto la lente altri 28 modelli anche l’Italia sull’onda del dieselgate che ha investito la Volkswagen è pronta a far partire la macchina dei controlli per verificare che nessun altra casa automobilistica non sia ricorsa a trucchi per manipolare le emissioni dei propri diesel.
Come scrive Marzio Bartoloni sul Sole 24 ore,
in un documento appena messo a punto dai tecnici del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti finito sul tavolo del ministro Delrio – di cui il Sole 24 Ore è venuto in possesso – sono indicati criteri, modalità, tempi e costi di questa operazione che dovrebbe concludersi con la pubblicazione degli esiti il 1° maggio dell’anno prossimo. Sotto la lente il 73% dei veicoli circolanti che montano i propulsori diesel Euro 5: si tratta di un bacino di oltre un milione e trecentomila macchine.
I veicoli su cui si effettueranno concretamente i test non dovrebbero superare il migliaio “pescati” a campione tra il nuovo e l’usato. Ci sono i modelli più noti di Fca (otto sotto osservazione: dal Freemont alla 500 fino alla Punto e alla Panda), di Mercedes Nissan(dalla Classe A al QashQai), di Renault, gruppo Peugeot Citroen, Bmw, Ford, Opel e Hyundai Kia . Nel lungo elenco allegato al documento sul tavolo del ministro accanto a marca e modello viene indicato anche la sigla del motore diesel euro 5 montato con cilindrate che vanno dai 1.200 ai 2.200 centimetri cubici. E con modelli che spesso montano motori con sigle diverse.
Il ministero dovrebbe far partire la macchina dei controlli entro una decina di giorni con i test su i veicoli diesel Euro 5 dei differenti costruttori, ma non è escluso che «succesivamente le prove potranno essere estese – si legge nel documento – anche, ove necessario, ai veicoli diesel Euro 6″ (…)