
ROMA – “Due tagliole incombono sulla stampa – scrive Liana Milella di Repubblica – Intercettazioni e diffamazione, bavagli che tornano dโattualitร .ย La commissione Giustizia della Camera รจ al lavoro. Saranno ascoltati i direttori, come aveva proposto Renzi a giugno 2014. Il governo si muove. Il premier vede con favore il carcere per chi pubblica le telefonate: la proposta del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri lo attrae”.
L’articolo di Liana Milella:ย Un mini vertice di maggioranza a Montecitorio ha cominciato a fare il punto su modifiche importanti. Cโรจ pure una novitร positiva: il Pd si รจ convinto che vada eliminato il โdiritto allโoblioโ, via dal web qualsiasi notizia che il soggetto citato consideri diffamatoria. Favorevole M5S. Una richiesta giunta anche dal Garante della Privacy Antonello Soro. Non dovrebbero passare altre due proposte di Ermini, far calare da 50 a 30mila la multa massima per la diffamazione di una notizia che si pubblica con la consapevolezza che sia falsa e il diritto di replica alla rettifica. La legge comunque รจ ancora un cantiere aperto, in cui โballaโ sia la questione delle querele temerarie che si vorrebbe estendere a qualsiasi tipo di lite, sia la previsione di imporre una sanzione disciplinare al giornalista che diffama. La Camera lโaveva imposta per il recidivo, il Senato lโha spostata in avanti (tre, e non due diffamazioni), Montecitorio vuole tornare indietro (…).
