Vittoria storica dei mussulmani. Il Corriere della Sera: “In Egitto proclamato presidente Morsi, festa i piazza Tahrir.” Editoriale di Franco Venturini: “Non inganni la pesante tutela impostagli dai militari, non porti fuori strada la definizione di faraone dimezzato che già molti hanno creduto di potergli attribuire: il fratello mussulmano Mohammed Morsi, vincendo le elezioni presidenziali, ha cambiato la storia dell’Egitto.”
L’intervista a Eugene Rogan, studioso dell’università di Oxfors del Medio Oriente moderno-contemporaneo: “Una vittoria che ridà spinta ai rivoluzionari del mondo arabo. Il loro rapporto con Hamas nella striscia di Gaza sarò molto migliore che la chiusura ostile di Mubarak.”
La crisi dei debiti. La paura in dossier di Berlino: 5 milioni di disoccupati. Scrive Paolo Lepri: “E’ un vero incubo il futuro economico della Germania e con lei tutta l’eurozona, se la moneta unica dovesse crollare. A tracciare i dettagli di questo scenario pauroso è uno studio dei tecnici del ministero delle Finanze tedesco.”
Politica italiana. Intervista di Andrea Garibaldi a Pier Ferdinando Casini: “Il rischio di andare al voto a ottobre esiste. La colpa è di Berlusconi, della sua deriva populista. Bersani invece è serio, non cambia idea tutti i giorno. Sì a un asse progressisti-moderati.”
Divise dalla storia o create in laboratorio. Province, gli accorpamenti (im)possibili. L’inchiesta di Sergio Rizzo: “L’hanno combinata davvero grossa a Fermo. Anche lì volevano la Provincia e ne hanno ammazzate due (…) Comunque vada, un risultato la proposta di Patroni Griffi certamente la otterrà: quello di segnare una nuova era nella guerra dei campanili provinciali.”
Caso Lusi. Ecco le carte di Rutelli sui soldi. Scrive Fiorenza Sarzanini: “Ha sempre sostenuto di non essersi occupato della gestione finanziaria del partito. E invece sarebbero proprio i documenti consegnati due giorni fa da Luigi Lusi ai magistrati a smentire la tesi di Francesco Rutelli.”
Crescita, arriva il piano-città. La Repubblica: “Due miliardi per i capoluoghi. Euro, allarme della Bri sulle banche.”
Intervista di Eugenio Occorsio a all’economista francese Jean-Paul Fitoussi: “Il patto di Roma non basterà. Troppe misure a lungo termine. Anche l’enfasi sulla Tobin Tax, cui in realtà non pensa nessuno, mi è sembrata voler gettare fumo negli occhi.”
Le misure del governo. Il dossier di Luisa Grison: “Nuovi quartieri e infrastrutture. Nel piano città per la crescita due miliardi e 100mila posti. Ecco i progetti sul tavolo del governo. Ripartire dalle città per rilanciare l’economia e l’occupazione. Ricominciare mettendo a nuovo centri storici abbandonati e aree industriali dismesse.”
Esteri. In Egitto vincono i Fratelli mussulmani, tregua con i militari. Scrivono Alberto Stabile e Fabio Scuto: “Un fratello mussulmano eletto presidente della Repubblica egiziana è, perlomeno, un avvenimento eccezionale. Al Cairo, in queste ore, la notizia esalta e sconcerta. Intimorisce i laici. Entusiasma i ferventi mussulmani, per i quali ha un valore storico.”
Ankara-Damasco, venti di guerra per il jet abbattuto. Fabio Scuto, corrispondente da Gerusalemme, scrive: “L’abbattimento dell’aereo militare turco sulle acque internazionali del Mediterraneo è stato ‘atto ostile e risponderemo con decisione’ denuncia il ministro degli Esteri turcoAhmet Davutoglu.”
Caso Formigoni. Intervista di Oriana Liso a Dario Fo: “Sta venendo fuori il marcio. Il governatore ammetta e lasci. Mi ricorda Sant’Ambrogio che diceva basta a chi si definisce da solo santo.”
Il reportage di Barbara Spinelli. San Giuliano, nella città cavia tra ricostruzione, sprechi e prove di gigantismo urbano: “San Giuliano di Puglia, dove sono andata per capire e vedere com’è iniziato questo strazio a cui dovremo ormai dare il nome che merita: urbanicidio, rito sacrificale che ha immolato tante città terremotate.”
Rimaniamo nell’Euro. Il Giornale: “L’Italia che va.” Scrive Tony Damascelli: “È questo l’unico rigore che ci piace.Non quello tedesco fatto di spread e crisi, ma quello dagli undici metri in un campo di pallone. Già, perché i quarti di finale degli Europei tra Italia e Inghilterra si decidono ai rigori, dopo 120’ dominati dagli azzurri. Rimaniamo nell’euro, aggrappati con i denti e l’orgoglio al nostro carattere nazionale. Lo stesso che ci farà uscire a testa alta anche dalla crisi. E per una Nazionale che arriva in semifinale (con la Germania), c’è una Ferrari che trionfa: Alonso fa il capolavoro a Valencia e rimonta 11 posizioni. È questa l’Italia che va.”
Caso Lusi. La barzelletta dei vertici all’oscuro. Editoriale di Vittorio Feltri: “Ci rifiutiamo di pensare a Luigi Lusi come a un allocco che ha rubato oltre venti milioni di euro alla Margherita convinto di farla franca. Un minimo di logica, per favore. Uno non viene nominato tesoriere di un partito importante, zeppo di soldi riscossi sotto forma di rimborsi elettorali,se non gode della fiducia (totale)della dirigenza. Se è incaricato di maneggiare milioni e milioni significa che è giudicato all’altezza del delicato compito. Vuole inoltre dire che era conosciuto e considerato al di sopra di ogni sospetto.In che senso?Tra lui e chi lo aveva nominato probabilmente c’era molta sintonia. Si intendevano con uno sguardo. Non c’era neanche bisogno di scrivere,in un regolare contratto, quali fossero gli obblighi del «contabile » nei confronti dei suoi mentori. Il denaro è troppo importante per essere affidato a un furfante qualsiasi. E se chi glielo ha affidato è assalito, a un certo punto, dal timore che il cassiere sia un mariuolo, che fa? Apre gli occhi, lo controlla, gli fa sentire il fiato sul collo in modo stia attento a non sgarrare. Tutto questo, nella Margherita, non è successo. Lusi ha fatto ciò che ha voluto per anni e anni, senza che un cane gli chiedesse ragione del suo operato. Egli sabato, dopo alcuni giorni trascorsi in carcere, è stato interrogato da Gip e pm per ore e ore, più di sette.”
Trattativa stato-mafia. Quei depistaggi anti Berlusconi su uno scandalo targato sinistra. L’inchiesta di Gian Marco Chiocchi: “Il Cavaliere, i boss, la trattativa con Cosa nostra. Una ossessione. Più indagavano sulla mediazione con la mafia ai tempi di Berlusconi e più l’evidenza dei fatti, giorno dopo giorno, li costringeva a fare i conti coi silenzi, le omissioni o le bugie di personaggi di centrosinistra. Più dicevano che c’era la vecchia mafia nella cassaforte dell’uomo di Arcore, e più erano costretti a rimangiarsi le conclusioni smontate da consulenze contabili. Più sfornavano pentiti anti Cav e più si scontravano con l’inesistenza dei riscontri e i disastrosi confronti in aula (vedi il processo Dell’Utri con Spatuzza). A un certo punto, disperati, si sono affidati all’oracolo Massimo Ciancimino, figlio del mafioso don Vito, che dopo aver tenuto fuori Silvio dai suoi ragionamenti cambiò versione in un crescendo di taroccamenti e copia e incolla giudiziari in qualche modo collegati all’esistenza –si fa per dire-di pupari e agenti segreti dai volti sfregiati e dai nomi vari, Carlo o Franco. Anche qui è finita come doveva finire. Male. Il supertestimone in cella per calunnia all’ex capo della polizia De Gennaro e la sua attendibilità fatta a pezzi da altri pm (Caltanissetta) in disaccordo totale coi colleghi di Palermo che consideravano Massimuccio nostro «un’icona antimafia».”
Il caso. La Grecia truffa l’Ue: invece di fare sacrifici assume 70mila statali. Per Claudio Borghi Aquilini: “Il risultato è stato che mentre sulla carta si presentava la riduzione di 93mila funzionari pubblici in due anni il calo effettivo sarebbe stato solo di 24mila unità, mentre 70mila sarebbero letteralmente «usciti dalla porta e rientrati dalla finestra». A questo punto, se le cose stanno davvero così i conti non tornano: eravamo fra i primi ad auspicare un moto di orgoglio ed un ritorno per la Grecia alla dracma, sia come mezzo per Atene per riconquistare la libertà, sia come strumento per capire, anche a casa nostra, che l’euro era falsamente inteso come un dogma ma che decisioni diverse erano possibili.”
Il Fatto Quotidiano: “Pdl e pd: si salvi chi può. Formigoni strilla, Lusi canta.”
Editoriale di Paolo Flores D’Arcais: “Il Presidente della Repubblica è il custode della Costituzione o il garante dei partiti? Rappresenta la Nazione, cioè tutti i cittadini, o le nomenklature politiche e altri privilegiati di establishment? L’inquilino del Quirinale e i maggiorenti della Casta sembrano oggi avvinti in una sinergia di reciproco sostegno, a preventiva de-legittimazione e anatema per qualsiasi critica che possa mettere in discussione l’uno o gli altri. Il Capo dello Stato aveva scelto la data del 25 aprile per un attacco in piena regola al movimento di Beppe Grillo, tacciato di qualunquismo. Il Presidente di tutti gli italiani può attaccare una forza politica, a meno che questa non metta a repentaglio la Costituzione repubblicana e il suo fondamento antifascista? Non avendo avuto nulla da ridire né sul partito di Berlusconi né sulla Lega, Napolitano si è inibito il diritto, istituzionale, politico e innanzitutto morale, di criticare chicchessia..”
La crisi. Finanza a rischio. L’analisi di Luigi Grassia: “La crisi economica globale è come un campo minato in cui si rischia di inciampare continuamente in nuove trappole mortali. Adesso la Banca dei regolamenti internazionali (Bri), che ha sede a Basilea e opera come una specie di banca centrale delle banche centrali, lancia un allarme: le grandi banche mondiali sono tornate a speculare sui mercati alla vecchia maniera, come se anni di crisi non avessero insegnato niente, e ora si profila il pericolo di nuovi crac in stile Lehman Brothers.”
Una stretta per il welfare. Il Sole 24 Ore: “In arrivo il decreto che modifica i criteri di calcolo dell’Isee, l’indicatore della ricchezza delle famiglie.”
Analisi di Cristiano Dell’Oste, Valentina Melis e Giovanni Parente: “Il nuovo Isee mette nel mirino i finti poveri. L’indicatore della situazione economica equivalente, necessario per chiedere – tra l’altro – l’assegno di maternità, gli sconti su asili nido, mense scolastiche e tasse universitarie, punta a fotografare in modo più preciso la ricchezza patrimoniale delle famiglie. E per farlo raccoglierà anche dati che poco c’entrano con le prestazioni sociali, sanitarie e assistenziali, come il possesso di un’auto di lusso, di una moto di grossa cilindrata o di una barca.”
Il piano del Governo sulla soppressione degli enti può entrare tra le misure della spending review. Scrivono Eugenio Bruno e Davide Colombo: “Il colpo di spugna potrebbe arrivare per decreto, anche se il condizionale – mai come in questo caso – è d’obbligo. Quaratadue E province delle 86 delle regioni a statuto ordinario verrebbero soppresse per la mancanza di due dei tre criteri fissati dai tecnici del Governo, vale a dire una popolazione residente superiore ai 350mila abitanti, un’estensione territoriale di almeno 3mila chilometri quadrati e un numero di almeno 50 amministrazioni comunali sul territorio.”
Egitto, svolta mussulmana. Il Messaggero: “Svolta storica in Egitto. Il candidato dei Fratelli musulmani, Mohammed Mursi, ha vinto le prime elezioni presidenziali democratiche col 51,8% dei voti. Il suo avversario, l’ultimo premier sotto Hosni Mubarak, Ahmad Shafiq, ha ottenuto il 48,2% dei voti. La piazza è subito esplosa in un boato quando il presidente della commissione elettorale egiziana Faruk Sultan ha annunciato la vittoria del leader dei Fratelli musulmani. I sostenitori di Mursi erano tutti riuniti a piazza Tahrir, l’epicentro della rivoluzione scoppiata il 25 gennaio 2011, e che da giorni è diventata l’agorá degli islamisti.”
Le scelte dei partiti. Editoriale di Piero Alberto Capotosti: “Per riacquistare un margine di fiducia presso i cittadini e per eliminare il dubbio che le forze politiche in questo scorcio di legislatura pensino soltanto a trovare il posto migliore ai nastri di partenza, sarebbe molto più proficuo se esse si impegnassero ad assumere, in questi ultimi sei mesi della legislatura, iniziative forti e trasparenti specialmente in campo socio-economico, che è il settore più esposto ai venti della crisi economica e finanziaria.
Ma soprattutto si dovrebbero impegnare a modificare l’attuale legge elettorale, del tutto inadeguata a ricreare un circuito virtuoso tra eletti ed elettori, nonché a modificare le vigenti disposizioni sul finanziamento dei partiti in maniera più coerente con il modello costituzionale. I cittadini molto probabilmente sarebbero assai grati di questo rinnovato impegno delle forze politiche.”
Intervista di Carlo Fusi a Enrico Letta: “Deve prevalere l’interesse nazionale e quindi è fondamentale dare a Monti la possibilità di andare a Bruxelles il più forte possibile. Il via libera anticipato alla riforma del lavoro è un fatto importante: occorre ora che non si strappi la tela attraverso un passaggio disarticolato sulle mozioni per l’Europa. Penso che siamo ancora in tempo e che ci sono tutte le condizioni per fare un documento unitario della maggioranza. Faccio un appello in questa direzione e spero proprio che venga raccolto.”
Euro 2012. La Gazzetta dello Sport: “L’Italia che vince. E andiamo! Dominata l’Inghilterra, colpiti due pali e ai rigori arriva la vittoria. Giovedì semifinale con i tedeschi.”