Il Corriere della Sera: “Vince l’astensione, perde Grillo, sale il Pd.” La gara al ribasso. Editoriale di Massimo Franco:
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“Ha vinto l’astensionismo e ha perso Beppe Grillo. Forse come sintesi รจ un po’ brutale, eppure coglie i due aspetti piรน vistosi di un voto amministrativo che probabilmente stabilizzerร il governo, rassicurando un po’ il Pd sulla propria tenuta. Di certo, ripropone in termini seri il rapporto fra democrazia e voto, mostrando una massa di elettori in attesa di rappresentanza. Dalle urne esce un’Italia dei campanili meno frantumata e insieme piรน delusa. Puรฒ darsi che sia il costo di una modernitร associata a basse percentuali di partecipazione. Il sospetto di una regressione, perรฒ, non va sottovalutato.
Si puรฒ anche abbracciare la tesi della disaffezione dalla politica: certamente c’รจ anche quella. Ma si coglie, altrettanto vistosa, l’incapacitร dei partiti di ritrovare il proprio ruolo. La spiegazione di quanto รจ successo fra ieri e domenica, con percentuali che a Roma hanno toccato appena il 53 per cento, e poco piรน del 60 sul piano nazionale, suona come un giudizio negativo per tutti. Incluso il Movimento 5 Stelle, che cerca di scaricare sui ยซpartiti tradizionaliยป un tracollo che riguarda anche le sue falangi: a conferma che Beppe Grillo รจ il sintomo piรน vistoso ma non la risposta alla crisi del sistema.”
“Con l’astensionismo alle stelle, tracollano i grillini. E si riaffaccia il bipolarismo. I grandi partiti, dunque, sono di nuovo due e nel rinnovato confronto tra Pd e Pdl sono in testa ovunque i candidati sindaco del centrosinistra che avrebbero giร vinto al primo turno in 4 capoluoghi di provincia su 16 (Vicenza, Sondrio, Massa, Pisa) e si avviano alla volata finale del ballottaggio in altre 12 cittร , con grande voglia di rivalsa soprattutto a Roma dove Ignazio Marino per ora distacca di 13 punti il sindaco uscente Gianni Alemanno.
Il dato piรน eclatante delle Comunali 2013 riguarda i 2 milioni 848 mila italiani che domenica e lunedรฌ non hanno esercitato il diritto di voto attivo per scegliere il sindaco della propria cittร : su 6 milioni e 900 mila aventi diritto โ in 564 Comuni di cui due capoluoghi di regione e 14 di provincia โ si รจ recato al seggio un misero 62,38%, che significa 15 punti in meno rispetto alle Comunali del 2008 (accorpate alle Politiche) e 13 in meno sul dato delle elezioni del 24 e 25 febbraio 2013. La maglia nera dell’astensionismo spetta a Roma, dove ha votato appena un elettore su due (52,8%), con un crollo di 21 punti percentuali sulle precedenti consultazioni del 2008: nella Capitale ha pesato anche una scheda lunga un metro e venti che neanche poteva essere stesa all’interno della cabina.”
“Alle nove di sera, col computer aperto sul sito del Viminale, i dati che scorrono e la sconfitta, al primo turno, che diventa sempre piรน netta, Gianni Alemanno โ occhi stanchi, maniche di camicia, niente cravatta โ ammette: ยซHo sottovalutato il derby…ยป. Non Ignazio Marino. O il giudizio dei romani. La finale di Coppa Italia รจ il ยซcolpevoleยป, secondo il sindaco uscente: ยซร stato โ dice โ un trauma impressionante per la cittร , e non abbiamo ben valutato il tifo calcistico, che ha bloccato 200 mila personeยป. Ma perchรฉ il derby avrebbe danneggiato il centrodestra? Forse perchรฉ le curve, romanista e laziale, รจ lรฌ che votano? ยซNon รจ questo. Ma per la tipologia delle candidature: quella di Marino รจ piรน lontana dallo stadioยป. Vorrebbe dire che bisognava non giocare? ยซHanno deciso prefetto, questore, la Lega calcioยป.
Al comitato di Alemanno, un ex deposito a ridosso della stazione Tiburtina, รจ il momento delle spiegazioni, delle giustificazioni, delle analisi. Il sindaco uscente si dice ยซnon soddisfatto dal votoยป, ma non per sรฉ: ยซร il dato sull’astensione quello che mi preoccupa di piรน. Direi la stessa cosa anche a parti invertiteยป. Vai a sapere se รจ vero.
Per Alemanno, uno dei responsabili del non voto รจ proprio Marino: ยซSi รจ sottratto a tutti i confronti, non ha voluto affrontare un dibattito serio sui temi della cittร . Io, invece, ho parlato di cifre, fatti realiยป. Che il 30% circa che racimola rappresenti una bocciatura al suo governo, non gli viene in mente: ยซFosse stato cosรฌ, ci sarebbe stata una partecipazione molto piรน alta. Anche perchรฉ c’erano tutte le scelte possibili da fare: Grillo, Marchini, il centrosinistra, altre 15 listeยป. Anzi, quella fatta contro di lui e la sua giunta, ยซรจ solo fango, un’opera di diffamazione che ha avuto il suo apice con la puntata di Report intitolata Romanzo Capitaleยป. Il centrodestra ยซha fatto un’operazione veritร contro questa diffamazione e rispetto alle Regionali abbiamo recuperatoยป. Glielo ha detto Francesco Storace, leader della Destra, sconfitto due mesi fa da Nicola Zingaretti”
“Una flessione indiscutibile. Un calo drastico rispetto ai risultati del voto di febbraio, che li aveva proiettati come prima forza politica alla Camera escludendo il voto all’estero: i Cinque Stelle escono ridimensionati dalle Amministrative. L’esito elettorale vede i pentastellati superare lo scoglio del 10% solo in pochi capoluoghi di provincia (tra gli altri, ad Ancona, dove il Movimento si presentava spaccato, e a Roma). Al Nord, l’emorragia di consensi รจ piรน evidente. Percentuali che oscillano tra il 5 e l’8 per cento. Anche in luoghi โ come Treviso e Vicenza โ dove l’ascesa dei pentastellati aveva messo in crisi la Lega. Il Movimento giร aveva deciso di non correre a Isernia e Iglesias. Ma anche le ยซroccafortiยป conquistate alle Politiche si sono rivelate fatali in questo turno elettorale. A Imperia il Movimento passa dal 33,7% all’8,6%. Nella Capitale si va dal 27% al 13. A Siena, cittร dello scandalo Mps tanto evocato da Grillo durante il tour elettorale, i Cinque Stelle sono scesi dal 21% di febbraio all’8,8. A Viterbo, il dato choc: dal 31,8 la colonnina delle preferenze si ferma al 5,8%. Numeri lontani anche da quelli delle Amministrative 2012, quando il Movimento riuscรฌ a strappare il ballottaggio โ poi vinto โ a Parma. Al secondo turno i Cinque Stelle si presenteranno probabilmente a Martellago, Assemini e Pomezia.”
“La vittoria a Roma di Ignazio Marino e del Pd, e nel resto dโItalia del centrosinistra, e il crollo del Movimento 5 Stelle, escluso da tutti i ballottaggi, sono i dati salienti del primo turno di amministrative: un voto solo in teoria riservato a sette milioni di elettori, ma in realtร segnato da un astensionismo oltre i livelli di guardia.ย Quando solo un elettore su due si reca alle urne, comโรจ accaduto nella Capitale, e quattro su dieci si rifiutano di farlo, comโรจ andata mediamente negli altri comuni, non sono solo una metropoli o alcune cittร a rischiare.”
Sconfitta la sindachessa calabrese anti โndrangheta In paese offrono cornetti. Articolo di Niccolรฒ Zancan:
“Nei bar non ti danno tregua. Offrono cornetti e brindano: ยซCe ne siamo liberati! Evviva! Quella si credeva la paladina della giustizia, ma ha detto soltanto falsitร . Qui si sta benissimo, altrochรฉ mafiosi. Dovete scriverlo: da cinque anni non cโรจ un morto ammazzato. Mentre quella ha ucciso il turismo a forza di parlare di โndrangheta. Ha infangato tutto il paese. Voleva fare carriera sulla pelle nostraยป. Tanti saluti al sindaco della legalitร . Al sindaco che ha fatto pagare per la prima volta le bollette dellโacqua. Al sindaco che ha confiscato sette terreni alla mafia, per farne orti botanici, sale musica, ostelli, ludoteche. Che con Libera di Don Ciotti ha progettato un centro di confezionamento per prodotti agricoli. Lโunica che abbia provato a contrastare ยซcerti poteriยป e ยซcerte famiglieยป.ย ร stata una battaglia lunga cinque anni. Combattuta a colpi di intimidazioni, bombe incendiare sulla porta del municipio, auto in fiamme e scritte: ยซTi ammazziamoยป. Ma anche, forse soprattutto, in maniera meno rumorosa: con maldicenze continue perpetuate su un blog anonimo.”
Il Fatto Quotidiano: “Mezza Italia contro i partiti. Bene Marino, male Grillo.” Il Grillo marino. Editoriale di Marco Travaglio:
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“La disfatta dei 5 Stelle alle elezioni comunali di ieri รจ figlia dei loro errori, ma anche dei loro meriti. Gli errori sono noti e li abbiamo piรน volte segnalati. 1) Comunicazione. Un movimento giovane e radioso, aggressivo ma sorridente, ha assunto via via una mutria ringhiosa, rancorosa, sospettosa, difensiva. Contro nemici veri ma prevedibili e contro nemici immaginari (il complotto interno dei traditori, le congiure dei partiti per spaccare i 5 Stelle, le macchinazioni dei giornalisti, tutti cattivi a prescindere e servi per definizione). 2) Televisione. La scelta di Grillo di non mettere piede in tv e di costringere le tv a occuparsi di lui, azzeccata nella campagna per le politiche, รจ stata un suicidio in quella delle comunali: lรฌ i comizi contro โPdl e Pdmenoelleโ lasciano il tempo che trovano. Chi vota vuol conoscere i candidati e i programmi. Se no gli schifati votano Grillo alle politiche e alle comunali si astengono. 3) Candidati. Il non-partito col non-statuto ha dei non-candidati, degli anonimi โportavoceโ. Che possono andar bene per opporsi in Parlamento, ma sono totalmente inadatti per lโelezione diretta e personalizzata dei sindaci. De Vito, a Roma, si presentava ai dibattiti tv leggendo un foglietto prestampato: anche se leggeva il Vangelo, levava la voglia di votarlo a chiunque non appartenga allo zoccolo duro del Movimento, che non supera il 10 % (il resto รจ voto di opinione e va conquistato ogni volta). 4) Scelte nazionali. I balbettii delle consultazioni al Quirinale e degli incontri in streaming con Bersani e Letta, quando i 5 Stelle non riuscirono a far capire la loro proposta di un governo fuori dai partiti con Rodotร , o Zagrebelsky, o Settis. E consentirono alla black propaganda anti-Grillo di addossargli la colpa dellโinciucio Pd-Pdl, giร deciso la sera del voto, e di oscurare la bellissima candidatura di Rodotร al Quirinale. 5) Classe dirigente. Il sistema di selezione, con le parlamentarie nazionali online e con la votazione locale dei meet-up, tiene alla larga impresentabili, corrotti e riciclati, ma porta a galla troppi personaggi mediocri, se non addirittura imbarazzanti.”
Il Giornale: “Grillo arrenditi.” Editoriale di Vittorio Feltri:
“Tutti i politici con le mani nei capelยญli perchรฉ lโafflยญuenยญza alle urne รจ ulteยญriormenteย calata. Stupore insensato. Quando la politiยญca si disinteressa degli eletยญtori, come avviene da anni, ovvio che gli elettori si disinยญteressino della politica. La trascurano per indifferenยญza, noia, disillusione. Inolยญtre sono consapevoli che le amministrazioni pubbliยญche, causa la crisi e non soยญlo, non hanno soldi neanยญche per provvedere ai serviยญzi basilari, quindi non posยญsono intraprendere iniziatiยญve straordinarie: un sindaยญco in bolletta, di destra o di sinistra, รจ ininfluente ai fini di migliorare la qualitร delยญla vita dei cittadini. Di conยญseguenza รจ normale che paยญrecchia gente diserti in nuยญmero crescente le urne e se ne infischi del relativo reยญsponso. Non ha torto.
In ogni caso, questโultiยญma tornata amministrativa fornisce qualche dato meriยญtevole di riflessioni. Oltre alยญla diminuzione di affluenยญza, dovunque si sia votato sโรจ registrata unโautentica dรฉbรขcle del Movimento 5 stelle. Che era prevedibile, ma non nella misura risconยญtrata. I consensi dei grilliniย si sono pressochรฉ dimezzaยญti in tre mesi. Il successo pentastellato alle politiche dello scorso febbraio fu dunque un fuoco di paglia? ร probabile. Presto per dire che il Movimento sia spacยญciato, ma รจ lecito parlare di ridimensionamento verso il basso.”





