ROMA – “La patrimoniale dell’incertezza”, questo il titolo dell’editoriale a firma di Enrico Marro sulle pagine del Corriere della Sera.
Marro scrive:
“Il governo non dovrebbe disorientare i cittadini, almeno sulle cose importanti. La casa è una di queste. Purtroppo il disegno di legge di Stabilità complica una situazione già complicata. Ormai, siamo davanti a un rompicapo: dopo l’Imu sugli immobili, la Tarsu sui rifiuti, la cedolare secca sugli affitti, sono in arrivo la Tasi sui servizi indivisibili (polizia locale, illuminazione pubblica e altro), la Tari che assorbirà la Tarsu, e la Trise, il nuovo tributo comunale composto dalle stesse Tasi e Tari.
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Vittime i cittadini: proprietari e inquilini. Nessuno è in grado di districarsi da solo in questo groviglio di norme, aliquote e addizionali. Tutti hanno bisogno di uno specialista. Anche il pensionato, che non ha altro che la casa d’abitazione e magari quella al paese d’origine, deve ricorrere ai patronati o a professionisti. E stiamo solo parlando delle procedure. Se poi qualcuno volesse anche capire se e quanto pagherà, dovrebbe consultare l’indovino.
Prendiamo la seconda rata Imu sulla casa d’abitazione. Il governo, quando a maggio abolì la prima rata, promise che avrebbe cancellato anche la seconda. Solo che a poco più di un mese dal 16 dicembre, giorno ultimo per pagare, l’esecutivo non ha ancora né varato il decreto legge necessario, né indicato come farà a trovare i 2,4 miliardi di entrate alternative. Tanto che ogni giorno fioriscono nuove ipotesi, dall’aumento delle accise (sigarette, alcol e benzin a ) a u n c o n t r i b u to straordinario sul settore bancario. E comunque non ha ancora chiarito se la cancellazione della seconda rata sarà totale o parziale.
I Comuni poi hanno tempo fino al 9 dicembre per deliberare sulle aliquote e, sempre a dicembre, scatterà l’aumento della tassa sui rifiuti, 30 centesimi in più a metro quadro. Poi qualcuno può meravigliarsi se non ripartono i consumi? Ci dicano che cosa dobbiamo fare: possiamo andare al ristorante con la famiglia o è meglio che i soldi li teniamo da parte per la seconda rata dell’Imu? Quando ce lo farà sapere il governo, il 15 dicembre? Purtroppo questa confusione è drammaticamente comprensibile, anche se non giustificabile. (…)
L’idea della Service tax è nata così, per consentire ai primi di dire che attraverso Tasi e Tari un prelievo sulla prima casa sarebbe comunque rimasto, come avviene negli altri Paesi, e ai secondi di cantare vittoria sull’abolizione dell’Imu, salvo poi scoprire che dalla combinazione delle componenti del nuovo tributo potrebbe derivare un prelievo addirittura maggiore, anche sulle prime case. (…)”