ROMA – “Ti devasti, ma almeno risparmi” e i giovani tornano a farsi d’eroina. In Afghanistan aumenta la produzione, e da Genova a Bari i giovani tornano a consumare l’eroina. Perché? Semplice, costa meno.
300.000 sono le persone che, secondo il bollettino previsionale sull’evoluzione dei fenomeni di abuso dell’Osservato rio regionale delle dipendenze (Ored) della Lombardia, nel 2015 faranno uso di eroina. Una cifra che corrisponde allo 0,75% della popolazione italiana tra 64 anni.
“Le siringhe le usano i “reduci”, quelli che facevano già uso in passato” spiega Enrico, operatore del centro per il recupero dei tossicodipendenti Narconon, ed ex consumatore, “ora i ragazzi si stanno avvicinando a ritmo impressionante perché la ritengono meno pericolosa di un tempo. Ma è un errore gravissimo sottovalutarla”.
Ecco l’articolo di Salvatore Garzillo:
Enrico gira le scuole d’Italia per raccontare agli studenti la sua esperienza, i suoi dolori, e mostrare le sue cicatrici. «In alcune zone del Paese (ad esempio in Campania) l’eroina sta superando, o l’ha già fatto, la cocaina. In parte per una questione puramente economica, visto che costa meno (70 euro al grammo a fronte di 100 per la coca), in parte perché i consumatori giovani prendono quello che trovano sul mercato. In Abruzzo, per esempio, c’è un giro di eroina enorme importatosoprattutto dairom,e così su quella piazza cresce l’in – teresse e il consumo. I ragazzi di quarta e quinta liceo conoscono benissimo queste cose, molto meglio dei presunti esperti».
Le parole di Enrico trovano conferma nei risultati del bollettino previsionale sull’evoluzione dei fenomeni di abuso Prevo.Lab dell’Osservatorio regionale dipendenze (Ored) della Lombardia, secondo cui entro il 2015 ci sarà un aumento dei consumatori di eroina nella fascia più giovane e una diminuzione del consumo di cocaina. Sarà graduale, non certo un boom improvviso, e i primi effetti saranno visibili col tempo. Intanto, però, in alcune città sono tornate anche le siringhe nei parchi. «A Roma e in altri comuni è ripresa la raccolta delle siringhe» precisa Enrico, «negli anni ’80 esisteva un nucleo comunale, poi era stata sospesa perché non c’era più pericolo. E invece adesso…». Secondo i dati Ipsad nel 2015 i consumatori di eroina saranno 300mila, ovvero lo 0,75% della popolazione fra i 15 e i 64 anni.
“L’eroina» spiega all’Adnkronos Salute Riccardo Gatti, psichiatra e direttore del Dipartimento dipendenze della Asl di Milano, “risulta in crescita fra gli studenti e, almeno fino a oggi, questa sostanza non era mai arrivata nelle scuole. Invece le nostre previsioni dicono che vi farà il suo ingresso nelle sue due varietà “bianca” e “brown”, la prima più pura e di solito sniffata o fumata, la seconda anche iniettata in vena”.
I numeri sui traffici in Italia sono molto relativi, lo confessano anche gli uomini dei reparti antidroga. “Il fatto che ci siano più o meno sequestri non vuol dire che il consumo sia aumentato o diminuito. Determina solo la nostra capacità di intercettare i carichi. In breve: la scoperta di uno yacht pieno di eroina comporta uno scarto percentuale notevole rispetto all’anno precedente o a quello successivo, quando magari sono state fatte operazioni più piccole”.
Un esempio in tal senso lo fornisce il rapporto della questura di Milano per l’anno 2012, che alla voce “sostanze sequestrate” segna per l’eroina 59,185 kg nel 2011 e 133,151 kg per l’anno successivo; ma per la cocaina 739,255 nel 2011 e poi 60,199 nel 2012. A credere soltanto ai numeri verrebbe da dire che la polvere bianca a Milano è sul viale del tramonto, ma sarebbe un’inge – nuità. Andrebbe analizzato nel dettaglio anche il censimento 2012 sui Sert (servizio per le tossicodipendenze), che calcola nel 70% dei pazienti gli eroinomani. «Di questi però» precisa Enrico, «bisognerebbe vedere quanti frequentano i centri da 15 anni e quanti sono i nuovi arrivi. Ci vogliono anni per vedere gli effetti di una droga sulla popolazione, occorre il tempo fisiologico per cascarci dentro e per volerne uscire. Forse il futuro non sarà molto diverso dal passato».