Il Fatto: “Filippo Patroni Griffi, casa al Colosseo un affare da 623mila euro”

Filippo Patroni Griffi

ROMA – Il Fatto Quotidiano torna sulla vicenda della casa al Colosseo del sottosegretario Filippo Patroni Griffi. Secondo il Fatto avrebbe guadagnato, dalla compravendita di quell’immobile, una plusvalenza di 623mila euro netti. La casa, definita già in un’occasione come “cadente” dal sottosegretario, era stata comprata dall’Inps per 177mila euro. Centonove metri quadri vista Colosseo. E rivenduta nel 2008 a 800mila euro, prezzo di mercato. Scrive il Fatto Quotidiano:

Era così cadente e a rischio sismico, come diceva il proprietario quando voleva comprarla con lo sconto dall’Inps, che la casa davanti al Colosseo pagata 177 mila euro nel 2008 dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Filippo Patroni Griffi è stata appena venduta per 800 mila euro a un conte. Proprio così: Patroni Griffi ha ceduto l’appartamento di 5 vani al primo piano di via Monte Oppio a un latifondista che produce un ottimo vino nelle campagne del Salento e che ha scelto come base a Roma questa casetta popolare, a detta sempre del suo troppo modesto ex proprietario.

Il Fatto aveva previsto tutto in tempi non sospetti. Nel gennaio 2012 scrivevamo: “L’immobile di 109 metri quadri affaccia sul Colosseo e i Fori Imperiali ed è stato acquistato nel 2008 dall’Inps al prezzo di 1.630 euro al metro quadrato, in totale 177mila euro e spicci. Ai valori di mercato vale oggi non meno di 800mila euro”. Prezzo azzeccato dunque.

Allora Patroni Griffi era corso ai ripari con un’intervista ad Antonello Caporale: “Ma era cadente, con l’eternit sui tetti! Ho trovato il mio appartamento col cesso posto sul balconcino. Questo era il grande palazzo”. Quando però è entrato nello studio del notaio Fulvio Mecenate in via dei Monti Parioli il 13 novembre scorso per firmare l’atto di vendita non deve avere descritto in modo così disastroso le condizioni dell’immobile all’acquirente.

Risultato: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio si è messo in tasca 16 assegni circolari da 50 mila euro l’uno ed è uscito fischiettando felice per una plusvalenza di 623 mila euro sulla quale non dovrà pagare nemmeno un euro di imposte sul reddito. La legge prevede che, quando trascorrono più di cinque anni dall’acquisto, la plusvalenza realizzata non è soggetta nemmeno all’imposizione forfettaria del 20 per cento. Niente.

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Elisa D'Alto