
MILANO – Vittorio Feltri è un giornalista che guarda con simpatia alle intemerate di Beppe Grillo contro i giornalisti. Così, dalle colonne del Giornale, si sente di dare un consiglio al leader del Movimento 5 Stelle: “Beppe, per colpire i giornalisti abolisci l’Ordine”. Feltri parla dell’Ordine dei giornalisti, istituito da Benito Mussolini nel 1925, una peculiarità italiana, che l’editorialista definisce “un residuo feudale”:
“In questo periodo Beppe Grillo ce l’ha, con esiti nefasti per la sua causa, coi giornalisti. Lungi da me difendere la categoria. Ho scritto in passato che non sono una casta ma una scuderia di asini, attirandomi appunto parecchi calci dalla citata specie equina. Ora queste pedate le sta assaggiando Grillo. Il quale esagera con gli attacchi personali e si squalifica con gli insulti e con la cacciata delle telecamere dai suoi comizi. Grillo vuoi incornare davvero i giornalisti? Te la do io la ricetta. Già la conosci, ma te la rinfresco: concentra i tuoi parlamentari su un punto che davvero toglierebbe alla corporazione di cui mi disonoro di far parte l’armatura che serve a tutelare i mediocri e la spada con cui trafiggono coloro che non si inchinano al conformismo mancino dei padroni dei giornali e delle tivù.
Insomma: fa’ approvare la legge per l’abolizione dell’Ordine dei giornalisti. Se vuoi fare un torto ai cattivi giornalisti e lasciare spazio a quelli bravi, e dunque beneficiare il popolo, elimina questo residuo feudale. Questa sì sarebbe una battaglia da rivoluzione liberale. Trasformerebbe il giornalismo in una competizione tra i migliori, garantendo a ciascun cittadino per il fatto stesso di essere capace di scrivere, parlare e persino forse di pensare, la possibilità di esercitare il mestiere più antico del mondo. Che non è quello che tramanda la vulgata, ma è il giornalismo (anche se ci sono indubitabili parentele tra le due pratiche commerciali, se non altro perché esigerebbero entrambi di battere i marciapiedi).
Sallusti ed io abbiamo assaggiato questa attitudine a sostenere la libertà di stampa dell’Ordine dei giornalisti. Personalmente ho rischiato la radiazione, Sallusti ancora adesso ha qualche carico pendente. Ad entrambi – sono certo di parlare anche in nome di Alessandro- fa più paura la congrega delle penne di quella delle toghe. Queste ultime ti possono sbattere in galera, e non è una bella esperienza. Ma non hanno il potere di metterti il bavaglio. L’Ordine sì. […]
Ho letto i brillanti articoli di Pierluigi Battista sui grillini. A causa delle sue critiche abrasive è stato vilipeso, ed è una vergogna. Una notizia fornita tramite lui dal Corriere era però sbagliata: ha sostenuto che i grillini non avevano depositato proposte normative significative. Ce n’è invece una grande e grossa: il 10 aprile hanno depositato al Senato un disegno di legge per abolire l’Ordine dei giornalisti.L’hanno firmata Crimi e tutti e 54 i senatori M5S. Io credo che qualunque spirito un tantino liberale dovrebbe associarsi.
È in calendario? Figuriamoci. Non mi aspetto nulla.Che sia una gigantesca assurdità tenere in piedi questa baracca, lo dimostrò a suo tempo Luigi Einaudi, presidente della Repubblica e liberale a tutto tondo. “L’albo obbligatorio è immorale, perché tende a porre un limite a quel che limiti non ha e non deve avere, alla libera espressione del pensiero”.
Per difendere la libertà di stampa basta la Costituzione. Per tutelare i cittadini dalla diffamazione basta la legge. Soprattutto esiste il Grande Inquisitore, che premia e punisce, ed è la coscienza dei lettori, alla quale ciascuno di noi quando scrive si rivolge. […] Poi ci saranno sempre bravi e cattivi giornalisti. Ma non ci sarà nessun Organo da Stato Etico dotato di forbice per tagliare la lingua e le dita che battono i tasti”.