ROMA – “Non solo – scrive Giuseppe Guastella del Corriere della Sera – non c’è prova che l’allora presidente ds della Provincia di Milano Filippo Penati e altri 10 ex amministratori abbiano causato un danno all’erario nell’operazione che portò nel 2005 all’acquisizione del pacchetto di maggioranza della società autostradale Serravalle, ma addirittura non è neppure detto che un danno ci fu”.
L’articolo di Guastella: Alla Procura che chiedeva un risarcimento fino a 118 milioni, i giudici presieduti da Claudio Galtieri rispondono con una sentenza di 60 pagine. Per l’accusa, la Provincia comprò dal gruppo di Marcellino Gavio il 15% delle azioni Serravalle al «prezzo sproporzionato» di 8,83 euro l’una facendo incassare all’imprenditore, morto nel 2009, 238 milioni con una plusvalenza di 175. Una «scellerata compravendita», dicevano i pm. Un’altra perizia, disposta nel procedimento penale dell’allora pm milanese Alfredo Robledo e riversata in quello contabile, riteneva che il prezzo doveva essere molto più basso, tra 4,14 e 5,50 euro, anche se poi con un diverso ragionamento arrivava alla conclusione che 8,83 potevano andare bene. La Provincia, invece, si era affidata a un parere dello studio Vitale&Associati secondo il quale quel prezzo si sarebbe dovuto aggirare tra 6,20 e addirittura 10,06 euro, ben oltre quello pagato (…)