GENOVA – Hanno aperto la busta paga e in tanti, almeno inizialmente, hanno pensato a un errore. Quando si sono accorti che errore non c’era e che quello stipendio da 7-800 euro era il loro “vero stipendio” è partita la rabbia che ha portato allo sciopero. Succede alla Fincantieri di Genova e come spiega il Secolo XIX è tutta colpa di un mancato accordo sull’anticipo di cassa integrazione:
L’amara sorpresa, per i dipendenti di Fincantieri in cassa integrazione, è arrivata all’apertura della busta paga: nel cedolino mancava una voce, quella del cosiddetto “anticipo di cassa”. «E sono soldi – rimarca Omar Di Tullio, segretario dei metalmeccanici Cisl – In busta si sono trovati così con 7-800 euro». La protesta dei lavoratori si è subito trasformata in un’ora di sciopero, dalle 9 alle 10 di ieri, e la rabbia si è trasferita negli uffici dirigenziali dello stabilimento di Riva Trigoso. «I vertici ci hanno detto che senza accordo sindacale non erogano l’anticipo di cassa integrazione – racconta Alessandro Delpino, coordinatore Fiom in Fincantieri – Ora valuteremo con i nostri legali».
Diciassette, a oggi, i dipendenti in cassa integrazione, numero che poteva essere più alto – fino a 35 – ma che l’azienda, rivendica, è riuscita fin qui a contenere in virtù di spostamenti di mansione, trasferimenti, appalti portati all’interno. Ma i sindacati non ci stanno, la Fiom parla di «puro atto di rappresaglia, ripicca verso chi non ha voluto firmare l’ipotesi di accordo sullo smaltimento delle ferie». Il nodo dell’anticipo di cassa è chiaro: «È l’Inps che paga per il mancato lavoro – spiega Delpino – ma di solito la cassa integrazione viene anticipata dall’azienda stessa, che poi recupera il denaro dall’istituto previdenziale. Non accade solo se un’azienda è in stato prefallimentare. E non ci sembra il caso di Fincantieri». Che, ricordiamo, sostiene che quello di Riva sia un vuoto di lavoro temporaneo, perché i lavori sul rinnovo della flotta navale italiana garantiranno occupazione fino al 2022.