Firenze, prostitute in fila in caserma: “Anche io seviziata dal mostro”

La scena dell’omicidio della prostituta avvenuto a Ugnano (foto Ansa)

FIRENZE – La sua firma sono un bastone e l’impugnatura di un martello. Li ha usati almeno nove volte ma gli investigatori sono convinti che siano molte di più.

Da Firenze a Prato, dai carabinieri alla polizia, ci sono altre prostitute che si sono presentate e hanno raccontato di aver visto l’uomo sull’auto van bianca. Loro non si sono fatte convincere dai suoi modi gentili. Neanche dalle sue offerte di pagarle con 50 euro se si fossero denudate e lo avessero seguito per la strada sterrata del cimitero di Ugnano vicino a Firenze o su per i campi, fino alla vigna di fronte a un distributore di benzina alle Bartoline vicino a Travella dalle parti di Prato.

Sempre i soliti posti perché l’uomo è un abitudinario come tutti i seriali. Una caratteristica che potrebbe essere decisiva per inchiodare questo cinquanta sessantenne tarchiato, forte inflessione dialettale toscana, capelli radi e bianchi, con l’ossessione delle prostitute che non sfiora quasi mai ma che sevizia senza mai dire una parola con scientifica meticolosità.

Scrive Fabio Poletti su La Stampa:

Gli investigatori sono convinti che non volesse uccidere. Lo ha fatto domenica notte quando ha calcato troppo la mano su Andrea Cristina Zamfir, la prostituta tossica romena di appena 26 anni morta in pochi minuti per l’emorragia provocata dalle lesioni interne come ha accertato l’autopsia. Per il profilo biologico sul nastro adesivo usato per crocifiggere la sua vittima ci vorranno ancora giorni. Ma gli investigatori sono convinti che il Dna sia identico a quello trovato in altri tre episodi. Come se non bastasse sono pure altre le analogie di quest’uomo che colpisce indisturbato almeno dal 2006, con una grande conoscenza del territorio, senza troppa paura nell’agire a Ugnano come alle Bartoline, in zone defilate ma non troppo nascoste, frequentate da coppiette e prostitute, ben illuminate come la strada sterrata sotto la tangenziale a Ugnano e sempre vicino a case abitate spesso nemmeno a cento metri.

Tra le prostitute seviziate che gli investigatori stanno risentendo con l’aiuto di una profiler del Racis dei carabinieri e quelle che hanno bussato alla porta di tutti i comandi dell’arma della zona c’è più di una similitudine. Sono tutte molto magre, emaciate, piegate dalla droga o dalla strada, spesso prostitute occasionali alla ricerca di pochi euro per una dose, in più di un caso da pochi giorni a caccia di un cliente. Che siano italiane o straniere, giovanissime o avanti con gli anni, all’uomo interessa poco. Le vuole indifese, incapaci di reagire quando le aggredisce. Ma pure facilmente disponibili a soddisfare le sue voglie con la promessa di qualche euro in più che poi non avranno, perché dopo averle seviziate lui si allontana portandosi via abiti e borsette, soldi e telefonini che lascia a chilometri di distanza e che solo nell’ultimo caso sono stati ritrovati e ricollegati ad Andrea Cristina Zamfir.

I luoghi di caccia del seviziatore seriale sono sempre quelli. Non va dove ci sono le cinesi o le nigeriane. Non avvicina le donne abituate alla strada che segnano le targhe delle auto dei clienti. Lui batte la zona di Novoli o delle Cascine vicino a Firenze. O via Roma e la stazione a Prato. Abbassa il finestrino del suo van, offre soldi e poi chiede che si spoglino appena salgono in macchina. Sono le strade che da settimane battono di notte anche i carabinieri per avvertire del pericolo e raccogliere informazioni utili. Sono le strade dove da due giorni qualche prostituta ha smesso di andare e dove le più coraggiose, o le più disperate, guardano bene in faccia il loro cliente. Pronte ad evitare di salire su quell’auto bianca, nemmeno se alla guida c’è un uomo gentile.

Published by
FIlippo Limoncelli