Fori pedonali. Ministero Cultura e Settis contro Marino

L’articolo del Messaggero

ROMA – Anche il ministero dei Beni Culturali dà l’altolà all’ultimo progetto di Ignazio Marino trasformato in Stranamore, che per fortuna di Roma dovrà lasciare la poltrona di sindaco di Roma senza completare lo scempio da lui iniziato appena eletto.
Alle vibranti proteste dei residenti dei rioni Monti e Esquilino di Roma, che non si erano mai placate fin dall’inizio della chiusura di via dei fori imperiali alle auto private, sì è aggiunta ora la parola del ministero per i Beni Culturali.

Dal Collegio Romano, scrivono Simone Canettieri e Laura Larcan del Messaggero, guardano con preoccupazione all’operazione di chiudere totalmente via dei Fori Imperiali al traffico. Soprattutto per quella trasformazione dell’area archeologica centrale in una zona rossa 24 ore su 24, dal lunedì alla domenica. Off limits per i normali bus di linea ad uso dei cittadini, e non solo dei turisti, con l’aggravante dell’imminente apertura del Giubileo straordinario voluto da papa Francesco. Non a caso, il dicastero si dice molto «perplesso, perché al Colosseo, cioé al monumento più visitato d’Italia, i turisti devono pur arrivarci in qualche modo che non sia a piedi». IL TRAFFICO I dubbi si affastellano anche negli uffici dell’Agenzia della mobilità: «Noi non siamo stati ancora coinvolti, il Comune non è obbligato a farlo,ma di sicuro sarebbe inusuale se non lo facesse vista l’importanza del provvedimento». L’agenzia dunque non si esprime ufficialmente perché non è stata chiamata in causa. Ma fa notare come un intervento del genere abbia bisogno di una revisione totale dei trasporti nello snodo intorno al Colosseo dove passano almeno cinque linee degli autobus (…)

Sempre sul Messaggero Camilla Mozzetti così descrive come si sono ridotti i Fori di Roma nell’era di Ignazio Marino: (…) Le associazioni di categoria sono sul piede di guerra. «In questa zona i fatturati sono crollati del 20% con punte critiche del 40%», argomenta Rosario Cerra, a capo di Confcommercio. «Non possiamo più accettare quest’approccio naif che parla solo per spot senza una progettualità degna di nota». «In questo modo – chiude Valter Giammaria dalla Confesercenti – un’intera zona sarà condotta per mano verso il fallimento». Non ultimo l’allarme smog lanciato dai ricercatori del Cnr. «I benefici all’aria che respiriamo saranno marginali perché chiudere totalmente via dei Fori Imperiali al traffico, implementando ancor di più la circolazione sulle strade limitrofe, provocherà una congestione atmosferica in assenza di soluzioni valide». L’ALLERTA A parlare è Nicola Pirrone, direttore dell’istituto inquinamento atmosferico del Cnr. L’ultimo grande sogno del sindaco dimissionario deve scontrarsi con i problemi reali prima ancora che con le polemiche. «Da due anni a questa parte (cioè da quando la parziale pedonalizzazione dei Fori è entrata in vigore) – continua Pirrone – la riduzione del tasso d’inquinamento non è ancora soddisfacente, il biossido d’azoto creato anche dalla combustione dei trasporti è ancora molto alto (tra i 60 e i 65 microgrammi) rispetto al limite dei 40 previsti dalle normative europee». Con la chiusura totale e lo spostamento della viabilità su strade limitrofe già al collasso si genererebbe, dunque, il caos oltre «all’effetto canyon – continua Vittorio Rocco, docente di ingegneria meccanica a Tor Vergata – quell’effetto che aumenta la tossicità locale in strade con poco ricambio d’aria». Ma l’aspetto più grave è che in due anni nessuna ricerca è stata condotta per accertare con precisione i tassi d’inquinamento generati proprio in via Cavour e via Labicana.

 

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Gianluca Pace