
ROMA – Giovanni Soldini è pronto per una nuova sfida: una corsa nell’Atlantico del Sud di 3.300 miglia, oltre 6 mila chilometri. Si chiama «Cape2Rio» e segue la rotta degli antichi navigatori portoghesi, da Città del Capo (Table Bay), in Sudafrica, a Rio de Janeiro. Partenza il 4 gennaio.
Una regata, ma anche la ricerca del record di velocità, l’asticella da alzare che è l’obiettivo dichiarato di un bolide dei mari come «Maserati», il Vor 70 di Giovanni (armatore John Elkann). Il primato da battere risale al 2000 ed è di 12 giorni, 16 ore e 4 minuti. «Ce la possiamo fare», dice Giovanni, guardando Casiraghi. Il terzo figlio di Carolina di Monaco (c’era anche lei allo yacht club) annuisce. «Faccio vela fin da bambino, ho fatto diverse stagioni con Tuiga, la barca centenaria del nostro club, e ho vinto l’ultima edizione della Palermo-Montecarlo, ma questa è un’altra cosa. Per me è un passo enorme, ma sono sereno con un equipaggio stellare come questo…». È stato proprio lo skipper milanese a invitarlo e poi è arrivato anche l’incoraggiamento di Elkann. «Pierre farà il tailer, starà alla regolazione delle vele. Ma in realtà tutti fanno tutto a bordo», spiega il capitano.
Turni di quattro ore, cambusa doc e un «buco nero» da evitare, l’anticiclone di Sant’Elena, lo spauracchio di questa regata, che è la più lunga tra i due continenti dell’emisfero australe: calme e venti leggeri piazzati proprio in mezzo all’Atlantico, attorno ai quali fare il girotondo. «L’ideale sarebbe tirare dritti, ma non si può. Però non bisogna nemmeno allargarsi più di tanto, per non perdere troppe miglia».
Strategie che saranno il «piatto» di Natale di Giovanni. «Parto tra una settimana, per preparare la barca. Gli altri arriveranno dopo il 25 dicembre». Niente feste a casa, insomma. Ma forse è lo scotto da pagare per essere liberi, come dice il capitano spiegando la differenza tra la regata e un tentativo di record, di «seguire la propria rotta». Quella che, sempre il prossimo anno, porterà ancora una volta Soldini nel Nord Atlantico. Eh sì, perché c’è anche la storica cavalcata sulle onde da New York (faro di Ambrose) a Lizard Point (Gran Bretagna), da fare. Quella mancata l’anno scorso perché Eolo ha detto no. «Quest’anno saremo a New York già da fine maggio per aspettare la finestra meteo giusta. A luglio, forse. Ma se occorre attenderemo anche fino a ottobre». Agguerriti, come sempre.
