ROMA – Il Documento di economia e finanza resta nei cassetti di Palazzo Chigi. La parte conosciuta attira le critiche delle banche, ma anche di chi non crede a benefici e coperture.
La manovra di Matteo Renzi è “una partita di raggiro”, secondo Giulio Tremonti, che fu ministro dell’Economia nella fase più turbolenta della crisi e del declino di Berlusconi, dimentica di avere lasciato le impronte digitali in molte azioni che oggi ancora paghiamo, dal Fiscal compact al contributo di solidarietà.
Tremonti ora parte all’attacco di Matteo Renzi e del suo Documento di economia e finanza spiega ad Antonio Signorini del Giornale
“tutti i suoi dubbi su quella che gli sembra una «partita di raggiro» dicendo: «I governi governano per decreti e riforme, non per documenti. Il Def è un documento di sintesi basato sui saldi, necessario ma non sufficiente per avere una visione completa. In ogni caso, un conto sono le riforme, un conto le manovre ».
Non si può dire, obietta Antonio Signorini, che il governo Renzi non faccia riforme…Tremonti replica:
« Quella del lavoro e della Costituzione. Sono tutte e due in fase di montaggio. Anzi, quella del lavoro sembra più che altro la reverse engineering, ovvero lo smontaggio, della riforma Fornero. Per inciso, montata dagli stessi che ora la smontano. Niente di male, ma è molto poco ».
Poi c’è la riforma della Costituzione, che Giulio Tremonti definisce
«lo smontaggio del Titolo V, votato nel 2001 dagli stessi che ora lo vogliono smontare. I medesimi che, nel 2006, smontarono a loro volta la riforma del centrodestra, che otto anni dopo vogliono imitare. Niente di male, ma abbiamo perso tempo ».
Se l’ipotesi di una manovra correttiva è esclusa, probabilmente secondo Tremonti sarà necessaria una manovra aggiuntiva
“per finanziare le missioni militari, gli ammortizzatori sociali e spese ricorrenti ineludibili e varie. Dove e come si troveranno i soldi, lo vedremo”.
Il taglio dell’Irpef previsto dal Def ha i suoi rischi, per Tremonti:
“C’è il rischio fondato di una partita, non di giro, ma di raggiro per chi ha casa e risparmio. Per chi ha prima e seconda casa, depositi bancari o postali, l’aumento è sicuro ed è molto consistente. I comuni entro giugno aumenteranno le rendite catastali e negheranno le detrazioni personali. Poi, sul risparmio, si usa la formula ‘transazioni finanziarie’. Fa pensare agli gnomi di Zurigo, all’alta finanza. In realtà passerà dal 20 al 26% la tassazione sui depositi e conti bancari e postali”.
Per l’ex ministro c’è una sfasatura tra due aree:
“quella del maleficio e quella del beneficio fiscale. Il beneficio andrebbe a chi ha il posto di lavoro, non a chi non ce l’ha. Se hai la busta paga e basta è un beneficio netto. Se hai la busta paga, ma anche la casa e un po’ di risparmio, il maleficio azzera il beneficio. Se hai la casa, il risparmio, ma non hai il lavoro, hai solo un maleficio”.
E il nodo sulle coperture non è ancora sciolto:
“«Per rendere stabile lo sgravio in busta paga devi coprirlo e finanziarlo.L’impressione è invece che ci siano insieme un po’ di una tantum e un po’ di una pocum . La maggiore Iva derivante dai pagamenti anticipati dei debiti pubblici è una tantum. Quando l’ho proposta nell’estate del 2012, come soluzione ponte per l’Imu, è stato detto che non era buona come copertura. Adesso lo diventerebbe per magia. La maggiore imposta sulle plusvalenze bancarie per la Banca d’Italia, è una tantum e produce un ulteriore effetto di blocco del credito, in un momento in cui il credito serve per lo sviluppo».
Quali sarebbero gli una pocum ?
«Gli effetti miracolosi attesi dalla spending review . Quando si usa l’inglese è un po’ come nei Promessi sposi , quando si usava il latinorum come inganna-popoli. È un’astrazione, non è una copertura. Le coperture si fanno tagliando i capitoli di bilancio. Un taglio di spesa fatto a metà anno, va cifrato per il doppio. Se vuoi ottenere quattro devi tagliare per otto. E devi farlo, dato che sei in corso d’anno, su voci di spesa che quasi sempre sono già state impegnate. Un conto e non fare partire un treno, un conto è bloccarlo mentre è in corsa»”.