
ROMA – “Avrei voluto vedere la faccia di Papa Francesco – scrive Selvaggia Lucarelli su Libero – quando gli hanno consegnato il dossier sulla diocesi di Albenga con il riassunto dettagliato di tutte le vicende che hanno movimentato la vita nelle varie parrocchie negli ultimi anni”.
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Quelli, per essere precisi, in cui ha esercitato la sua missione pastorale il vescovo Mario Oliveri, ora commissariato come un qualsiasi comune con infiltrazioni camorristiche. A voler essere ottimisti, al povero Papa รจ venuta voglia di chiamare a raduno le guardie svizzere e dare il via a una guerra santa contro la riviera ligure. Se lโipotesi vi pare eccessiva o surreale, รจ bene riassumere i fatti piรน eclatanti accaduti da quelle parti. Intanto va premesso che il vescovo Oliveri ha sempre dichiarato la sua volontร di chiamare a sรฉ i preti scomodi, magari allontanati da altre parrocchie, perchรฉ ยซรจ giusto lasciare le 99 pecorelle per cercare quella smarritaยป, ha dichiarato. Discorso sacrosanto, per caritร . Cโรจ perรฒ un problema. Mentre il vescovo girava per campi a cercare la pecorella smarrita, le altre 99 andavano chi ad adescare minorenni, chi a infilarsi crocifissi dโargento sotto la tunica, chi a fare il piacione con le mogli di altri come un Balotelli in libera uscita a Manchester. Insomma, da qualche anno, nella diocesi di Albenga, le pecorelle non sono semplicemente smarrite. Soffrono di labirintite acuta. E il buon Oliveri, anzichรฉ aver chiuso il recinto, รจ parso ben felice di tenerlo spalancato. In principio fu Don Luciano Massaferro, reggente delle parrocchie di San Giovanni Battista e San Vincenzo. Una pecorella cosรฌ raccomandabile da avere il compito di vegliare su ben due parrocchie, mica di cambiare i ceri in chiesa a fine giornata. Peccato che la pecorella fosse sรฌ smarrita, ma diventasse meglio di un Tom Tom quando si trattava di adocchiare chierichette undicenni a cui alzare la gonna. In quellโoccasione, il buon vescovo dichiarรฒ: ยซChi attacca cerca di giustificare il male che รจ in sรฉ cercando il male negli altriยป. In pratica, chi mandรฒ in galera Don Luciano era un molestatore di chierichette, mentre Don Luciano unโinoffensiva pecorella che brucava in pace. Poi ci fu la pecorella Don Silvano De Matteis, parroco di Loano. Qui la faccenda รจ degna di un cinepanettone.
Durante una processione il sacerdote vide la moglie del comandante della capitaneria di porto e si ingrifรฒ. Fece degli apprezzamenti che neanche De Sica alla Ferilli in Natale a New York. Il marito di lei lo querelรฒ, la pecorella fece una controquerela per minacce (quello gli avrร detto ยซse ti azzardi a ridire qualcosa a mia moglie ti muro nel battistero di Albengaยป) e alla fine fu trasferito in unโaltra parrocchia. Ma ci fu anche il caso Don Cesare Donati, parroco di Bastia dโAlbenga, il quale ebbe una relazione con una donna. Che voglio dire, visti gli incidenti di percorso delle altre pecorelle, poteva pure puntare alla beatificazione. Invece il sacerdote puntรฒ allโaperitivo. Aprรฌ un bar con la sua fidanzata e continuรฒ a celebrare messa nei fine settimana, alternando il vino della messa al mojito del suo locale.
Il vescovo allora decise che cโera un modo per togliersi dallโimbarazzo, ovvero affidare al prete barman una parrocchia minore e sostituirlo con una persona piรน morigerata. Fabrizio Corona era momentaneamente agli arresti e quindi optรฒ per un prete che finรฌ nudo su alcuni siti gay. Altra pecorella smarrita che smarriva pure i vestiti con la webcam incidentalmente accesa, di tanto in tanto. Meraviglioso poi il caso di Padre Alfonso Maria Parente, della parrocchia di San Bartolomeo. Prima andรฒ a Sanremo giovani e come una Ruby Rubacuori qualunque mentรฌ sulla sua etร , dichiarando 32 anni anzichรฉ i suoi 38 (scoperto, fu buttato fuori perchรฉ il limite per partecipare era di 35 anni). Poi scappรฒ con la cassa della parrocchia. Poi si mise a vendere il kit di Padre Pio truffando 8000 fedeli convinti che il ricavato andasse in beneficienza. Peccato che i soldi se li tenesse lui e che finรฌ ai domiciliari. Fu sostituito con una scelta sobria: no, non con un altro personaggio dedito alla beneficienza, ovvero Edoardo Costa. Con Don Juan Pablo. Uno con la passione per il culturismo anzichรจ per il culto della fede e con un convivente uomo. Un francescano, insomma, ma nel senso che aveva il poster di Francesco Arca in camera da letto. In carcere invece ci finรฌ unโaltra pecorella smarrita, Don Renato Giaccardi, della parrocchia di Loano. Lui si limitรฒ a beccarsi 4 anni per induzione e sfruttamento della prostituzione minorile. Una condanna profondamente ingiusta, visto che il suo spirito era cosรฌ caritatevole che dava piรน soldi ai ragazzini che gli portavano degli amichetti. Una sorta di tre per due, insomma. Il buon Don Renato adottava piรน nรฉ meno la politica del Cocoricรฒ e qualcuno ha pensato bene di metterlo in galera. Che mondo iniquo. Insomma, davvero un peccato che il vescovo Mario Oliveri sia commissariato perchรฉ รจ un autentico talent scout del sacerdozio. Uno che a furia di accogliere pecorelle smarrite ha smarrito sia il mistero della fede che lโevidenza della fedina penale. E dispiace molto che lo sostituisca un nunzio apostolico. Ancora un paio dโanni di sua oculata missione pastorale ad Albenga e una parrocchia a Genny โa Carogna non lโavrebbe tolta nessuno.
